Strage di Mestre, la causa non è stata un malore dell’autista: i risultati dell’autopsia
Arrivano le prime risposte dell'autopsia eseguita sul corpo dell'autista del bus precipitato a Mestre. Sembra che Alberto Rizzotto, 40 anni, morto nello schianto insieme ad altre 21 persone, non si sarebbe sentito male mentre era alla guida del mezzo che, nella serata di martedì 3 ottobre, è caduto da un cavalcavia. Le prime risultanze dell'esame autoptico, riporta il Corriere del Veneto, escluderebbero quindi chiare evidenze di un malore.
L'esame non avrebbe individuato al momento problemi di qualche natura al cuore, ma la certezza arriverà nei prossimi giorni quando verranno completati ulteriori accertamenti. Subito dopo l'incidente sono stati disposti, come atto dovuto, anche gli esami tossicologici, dei quali però non sono ancora stati resi noti i risultati. L'autopsia è stata affidata dalla Procura di Venezia ai medici legali Guido Viel e Roberto Rondolini, dell'istituto di Padova. Se quest'ipotesi dovesse venir confermata, potrebbe assumere più rilevanza quella del guasto al mezzo.
I primi tre indagati per l'incidente di Mestre
Intanto, negli scorsi giorni, sono state indagate tre persone che potrebbero avere delle responsabilità per quanto avvenuto. Secondo quanto riportato da Il Gazzettino, sarebbero l'amministratore delegato della società "La Linea”, proprietaria del mezzo, e due funzionari del Comune di Venezia, il dirigente del settore Viabilità e mobilità per la terraferma e quello del settore Manutenzione viabilità stradale. Il pubblico ministero Laura Cameli ha ipotizzato nei loro confronti i reati di omicidio stradale, omicidio colposo plurimo, lesioni personali stradali gravi o gravissime e lesioni personali colpose.
Le condizioni dei feriti coinvolti nell'incidente
Sono ancora undici i pazienti ricoverati negli ospedali del Veneto dopo essere rimasti coinvolti nell'incidente. Sei di loro sono ancora in terapia intensiva, cinque adulti e un minore, quattro nei reparti di chirurgia, uno in neurochirurgia. Come fa sapere la Regione Veneto in un comunicato, si tratta di 10 adulti, sei donne e quattro uomini, e una bambina. All'ospedale di Mestre sono ricoverati quattro pazienti, tre ucraini di 43, 40 e 39 anni e un tedesco di 27 anni, la cui condizione continua a migliorare. I sanitari stanno provvedendo all'organizzazione del suo trasferimento in Germania. Per tutti e quattro i pazienti il decorso è regolare, mentre è in continuo miglioramento la situazione del paziente ucraino, di 39 anni, che nei prossimi giorni verrà dimesso dall'ospedale.
A Mirano un paziente croato di 24 anni il cui decorso risulta regolare, mentre all'ospedale di Treviso si trova invece un paziente tedesco di 33 anni. All'ospedale di Padova sono invece ricoverati cinque pazienti, tre ucraini, una donna di 29 anni, una bambina di 4 e la madre di 33 anni, e due spagnoli, una donna di 52 anni in condizioni critiche, il marito, di 50 anni, in decorso regolare. La piccola paziente ucraina di 4 anni è ancora in condizioni critiche, ma definite ‘stabili' dai sanitari. In miglioramento risulta invece la giovane ucraina di 29 anni che con molta probabilità verrà dimessa nelle prossime ore dalla terapia intensiva.
La dinamica dello schianto e le possibili cause
Secondo quanto ricostruito immediatamente dopo l'incidente, il pullman elettrico de "La Linea" è precipitato da un tratto sopraelevato di via dell'Elettricità, che porta verso l'autostrada A4, cadendo di fianco ai binari ferroviari. Da alcune evidenze raccolte dagli inquirenti, sembra che prima di andare a finire contro il guardrail abbia rallentato.
Solo dopo l'impatto col suolo il mezzo sarebbe stato avvolto dalle fiamme. L'incidente è avvenuto tra le 19.30 e le 20 di martedì 3 ottobre. Al vaglio degli inquirenti ci sono al momento diverse ipotesi sulla cause della strage. Una, quella del malore, potrebbe essere quindi esclusa dall'esame autoptico. Rimane invece, come già detto, quella del guasto al mezzo. Ancora da chiarire anche l'elemento del guardrail che si trovava al lato della strada, su cui è stata già disposta dalla Procura una perizia.