Strage di Mestre, dimesso il 28enne che ha perso la figlia di 17 mesi: “L’ho salutata, non tornerà con me”
Si chiama Nico il primo sopravvissuto alla strage di Mestre (Venezia) di martedì 3 ottobre a venire dimesso dall'ospedale. Il 28enne tedesco si trovava all'interno di quell'autobus diretto al camping ‘Hu' di Maghera insieme alla compagna Annabel, 27 anni, e alla loro figlia di 17 mesi. Ventuno persone hanno perso la vita quella sera in quell'incidente e tra queste c'è anche la sua bambina. "Sento di aver avuto un angelo custode che mi ha salvato la vita", ha detto Nico, "ho questa ferita alla testa, ma almeno sono qui".
Le condizioni di Nico e della sua compagna Annabel
Il 28enne è uscito dall'ospedale dell'Angelo di Mestre su una sedia a rotelle, accompagnato da alcuni familiari, il console onorario tedesco Paola Nardini e l'avvocata Silvia Trevisan che seguirà l'evolversi delle indagini sulla strage. Nico vive a Rheinfelden, vicino al confine con la Svizzera, e proseguirà lì le cure.
La sua compagna Annabel è ancora ricoverata nel reparto di Terapia intensiva ed è in coma farmacologico. La sua bambina, invece, Nico ha potuto prenderla in braccio per l'ultima volta due giorni fa nell'obitorio: "L'ho salutata, ma purtroppo non può ritornare con me", ha detto al Corriere della Sera.
L'incidente nell'ultimo giorno di vacanza
"Eravamo venuti in Italia per una breve vacanza. Il nostro soggiorno si doveva concludere proprio martedì", ha raccontato Nico, "avevamo trascorso il pomeriggio a Venezia prima di tornare all'alloggio". L'autobus è precipitato da un tratto sopraelevato di via dell'Elettricità, che conduce all'autostrada A4.
L'impatto è avvenuto intorno alle 19:30 e le cause dell'incidente sono ancora al vaglio degli inquirenti. Nico, comunque, ammette di non ricordare molto del viaggio, solo che Annabel "era di fronte a me e teneva nostra figlia in braccio". La Procura di Venezia ha aperto un fascicolo sul caso, ma lui non è certo di voler conoscere le ragioni di quella strage: "Da un lato vorrei sapere ogni dettaglio", ha detto, "ma dall’altro temo di scoprire che tutto questo dolore, i morti, i feriti, siano stati causati da qualcosa di poco importante, da un fattore che si poteva tranquillamente evitare".
Il 28enne, ora, cercherà di tornare alla sua vita normale, in attesa di poter riportare a casa la salma di sua figlia e di capire quando sarà possibile trasferire la sua compagna in un ospedale tedesco. Nico ha voluto comunque ringraziare medici, infermieri, dirigenza e rappresentanze consolari di Milano e Venezia, oltre ai soccorritori di quella sera: "Ciascuno ha dimostrato professionalità, ma soprattutto grande umanità".
Le condizioni degli altri 14 feriti
Sono ancora 14 le persone ferite che sono ancora ricoverate nei vari ospedali. Come comunicato da Regione Veneto, le loro condizioni sarebbero in progressivo miglioramento. I tre pazienti più gravi si trovano ricoverati a Padova. A Mestre, insieme alla compagna 27enne di Nico definita "stabile" ma ancora critica, c'è anche una 40enne ucraina che dovrebbe uscire presto dalla Terapia intensiva.
In miglioramento anche la 21enne francese che domani, lunedì 9 ottobre, dovrebbe uscire dall'ospedale di Dolo. Anche il 33enne tedesco, ricoverato a Treviso, starebbe uscendo dalla fase critica mentre un'altra donna ucraina, di 33 anni, sarà dimessa a breve. La situazione medica degli altri feriti è rimasta invariata.