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Strage di Licata, il killer alla moglie: “Li ho uccisi tutti, anche i bambini che non c’entravano”

Una strage, quella di Licata, nata per motivi economici. Un’eredità mal divisa avrebbe spinto Angelo Tardino, poi morto suicida, a uccidere fratello, cognata e due nipoti. “Li ho uccisi tutti, anche i bambini che non c’entravano”, le parole riferite alla moglie.
A cura di Chiara Ammendola
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Il killer Angelo Tardino
Il killer Angelo Tardino
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"Li ho uccisi, pure i bambini. Ma loro che c'entravano? Ti prego perdonami, la mia vita è finita", sono queste le parole che Angelo Tardino, 48 anni, l'autore della strage di Licata ha affidato alla moglie, Mariella Cammilleri, poco dopo aver ucciso il fratello, la cognata e i due nipoti, di soli 15 e 11 anni. La donna, intervista da la Repubblica, ha riferito la conversazione col marito avvenuta due giorni fa in quelli che lei definisce attimi di lucidità prima di compiere l'estremo gesto e togliersi la vita, sparandosi con la stessa pistola usata per uccidere l'intera famiglia poco prima.

La donna in un posto sicuro insieme ai figli

La donna, che ora ha lasciato la casa di famiglia insieme ai suoi figli per raggiungere un posto sicuro, teme per loro ma ringrazia le insegnanti della scuola che le sono vicine in questo momento così difficile. Durante i concitati momenti della telefonata la moglie di Tardino ha provato a prendere tempo sperando che tornasse a casa e soprattutto che abbandonasse quelle pistole, ma così non è stato: "Torna a casa, posa le pistole, io ti perdono", gli ha detto al telefono mentre l'uomo continuava a ripetere che la sua vita era finita. Non è bastato l'intervento tempestivo dei carabinieri dalla caserma che hanno provato a far ragionare il 48enne, senza però riuscirvi: ha staccato anche la telefonata con loro e poi si è tolto la vita.

La nipote Alessia, una delle vittime
La nipote Alessia, una delle vittime

Le liti per l'eredità e la stradella non divisa

Una strage nata, secondo la moglie di Tardino, nell'astio accumulato dall'uomo nei confronti del fratello per questioni economiche: un'eredità mal divisa secondo l'uomo, lui avrebbe voluto l'appartamento che invece il padre aveva lasciato al fratello. E poi le discussioni per la stradella fra le due serre adiacenti la palazzina: "Diego voleva il diritto di passaggio. Mio marito gli diceva: “Questa stradella appartiene a me” – racconta la donna – e non è finita qui: mio cognato aveva sconfinato di 80 centimetri con le sue serre. Avrebbero dovuto regolarizzare anche questa situazione, ma niente".

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