Strage di granchi blu sulla costa veneta: colpa della mucillagine in mare

Una moria di granchi blu è in corso da giorni nelle spiagge venete: solo ieri sono stati raccolti sulla sabbia circa 100 chili di crostacei deceduti, mentre le foto e i video della moria sono stati pubblicati sui social diventando virali.
A cura di Davide Falcioni
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Centinaia di granchi blu sono stati trovati morti negli ultimi giorni nelle spiagge venete: solo ieri sono stati raccolti sulla sabbia circa 100 chili di crostacei deceduti, mentre le foto e i video della moria sono stati pubblicati sui social diventando virali.

L'ipotesi inizialmente più accreditata era che il fenomeno abbia a che fare con il forte riscaldamento dell'acqua del mare: tale tesi è stata però confutata dal Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine, quello maggiormente danneggiato dalla presenza di questa specie ‘aliena' fino a poco tempo fa. "Non è il caldo che uccide il granchio blu, ma la mucillagine" ha spiegato Paolo Mancin, presidente del Consorzio, che riunisce i pescatori di Scardovari (Porto Tolle, Rovigo). "Si tratta al momento di un caso isolato, non ci sono altre segnalazioni in altre zone del nostro territorio" osserva e Mancin.

"L'azienda sanitaria locale e l'istituto Zooprofilattico – ha aggiunto – stanno facendo le analisi sui granchi morti. Ma secondo il nostro biologo, Emanuele Rossetti, i granchi ritrovati a Boccasette sono morti al largo, in mare aperto, per colpa della mucillagine. Non per il caldo. Oggi nelle nostre lagune ne abbiamo pescati 21 mila chili, vivi e vegeti".

La strage di granchi blu in Veneto fa il paio con quello che sta accadendo ad Orbetello, in Toscana, dove i pescatori devono fare i conti con una straordinaria moria di orate, anguille e altre specie soffocate dal caldo eccessivo di aria e acqua. Migliaia di pesci sono stati trovati "spiaggiati" e ovviamente senza vita, e all'emergenza economica si deve sommare quella ecologica, dal momento che le carcasse non solo inquinano ma stanno rendendo irrespirabile anche l'aria.

Allerta anche in Sardegna nelle lagune dell'Oristanese, dove è alto il rischio di una strage di pesci. In Puglia, ad aggravare la situazione relativa alla produzione di cozze (a Taranto secondo gli operatori è in pericolo l'80%), oltre alle altissime temperature del mare, il problema come denuncia Fedagripesca è anche quello della mancanza di una filiera di stoccaggio che non consente di prelevare il prodotto e di metterlo in salvo in attesa delle richieste di vendita.

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