Strage di Erba, un video rimette in discussione la via di fuga di Rosa e Olindo: “Contraddice le sentenze”
Potrebbe aprirsi un nuovo scenario sulla strage di Erba, il quadruplice omicidio avvenuto l'11 dicembre 2006, in cui morirono Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini e per il quale sono stati condannati in terzo grado all'ergastolo Rosa Bazzi e Olindo Romano.
Nella serata di oggi, giovedì 15 febbraio, nel corso della trasmissione “Iceberg Lombardia” condotta da Marco Oliva su Telelombardia verranno infatti mostrate foto e video inediti tratti dall’archivio dell’emittente tv che potrebbero rimettere in discussione la via di fuga dei killer.
Infatti, nelle immagini che verranno mostrare si vede una pianta sul terrazzino della casa di Raffaella Castagna che risulterebbe parzialmente schiacciata da un lato. Nelle motivazioni delle sentenze di primo e secondo grado veniva assolutamente escluso il balcone come possibile via di fuga. E il luogotenente Luciano Gallorini a processo testimoniò che non vi erano rami rotti, né tracce di foglie e né di scavalcamento.
Questa sera verranno diffuse video e foto in cui invece sarebbe chiaro a vista d’occhio che la pianta era parzialmente è piegata e schiacciata da un lato. Questo potrebbe riaprire alla possibilità che gli assassini siano fuggiti dal balcone scavalcandola. Un elemento che anche Fabio Schembri, legale di Rosa e Olindo ospite della trasmissione, a cui sono state mostrate le immagini inedite, riterrebbe molto importante per la revisione del processo (l'udienza è fissata per il 1 marzo, ndr).
Il legale di Olindo e Rosa: "Mai viste queste immagini, utilissime per processo di revisione"
“Non avevo mai visto queste immagini e a mio giudizio costituiscono un tassello importante per quello che noi sosteniamo. Dovrò acquisire le vostre immagini perché vanno a porre un elemento molto importante e quando presenterò la lista testi per il processo di revisione vedrò di produrla. Ripeto è un punto molto importante e dovrà essere incastonato a Brescia in quello che è l'alibi di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Le sentenze dicono che non è quel balconcino la via di fuga perché sarebbe stata impedita proprio da questa pianta che avrebbe ricoperto l'intera ringhiera. In realtà, oggi vediamo da queste immagini che non è così: la pianta è con tutta evidenza piegata da un lato, quasi calpestata", ha osservato l'avvocato.
"Queste immagini potrebbero essere utilissime per il processo di revisione, proprio in quella via alle ore 20.20 – di fronte a quel balconcino dove c'è la pianta – c'era un testimone italiano che non venne considerato – che vide dei soggetti extracomunitari proprio all'altezza di quel terrazzino lasciare di fretta la via Diaz per dirigersi verso la piazza del mercato. Soggetti rimasti sconosciuti. Le sentenze dicono una cosa che oggi è contraddetta da questa immagine", conclude Schembri.