Strage di Erba, si torna di nuovo in aula: domani ultimo ricorso in Cassazione per Rosa e Olindo Romano

Nuovo capitolo giudiziario per la strage di Erba del 2006. Domani, martedì 25 marzo, si terrà davanti alla Quinta sezione della Cassazione l'udienza durante la quale si discuterà il ricorso presentato dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi condannati all'ergastolo per la strage, contro la decisione della Corte d'appello di Brescia di dichiarare inammissibile l'istanza di revisione della sentenza che ha condannato definitivamente i due.
L'ultima occasione per Rosa Bazzi e Olindo Romano: decide la Cassazione
Lo scorso 10 luglio, la corte d'Appello di Brescia aveva respinto la richiesta di riaprire il processo per la strage in cui morirono Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk di 2 anni, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Mario Frigerio, marito di Cherubini, nella strage del 2006 rimase ferito e morì in seguito: l’affidabilità della sua testimonianza è uno dei motivi per chiedere la riapertura del processo.
Ricordiamo che Rosa e Olindo Romani avevano confessato di essere i responsabili degli omicidi a Erba, salvo poi ritrattare: per la loro difesa le confessioni vennero “ispirate” da carabinieri e inquirenti. Ora toccherà comunque ai giudici della Cassazione stabilire se c'è stata la mancata verifica di quelle che secondo la difesa sarebbero nuove prove in grado di scagionare i due coniugi. Se confermeranno la decisione della corte d'appello di Brescia, la strage di Erba avrà una sentenza definitiva.
Diffamò i fratelli Castagna: definitiva la condanna per Azouz Marzouk
Intanto un’altra decisione legata alla strage di Erba è già arrivata: è stata confermata la condanna a due anni e mezzo di carcere per Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef, per diffamazione nei confronti degli ex cognati Pietro e Beppe Castagna. Azouz era finito a processo in seguito alla denuncia presentata dagli ex cognati per un articolo in cui parlava del figlio e chiedeva di indagare sulla famiglia: "Lo ha ucciso qualcuno vicino a mia moglie. Basta leggersi le carte per capire che qualcuno voleva la sua eredità". Frasi in cui i giudici hanno ravvisato una campagna di disinformazione, fatta di allusioni e denigrazioni, fortemente lesiva della reputazione dei fratelli Castagna.