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La strage di Erba di Olindo e Rosa

Strage di Erba, Pg di Milano trasmette gli atti per far valutare revisione del processo a Olindo e Rosa

la Procura generale di Milano ha trasmesso questa mattina alla Corte d’appello di Brescia l’atto con cui il sostituto pg Cuno Tarfusser ha proposto la riapertura del processo per la strage di Erba.
A cura di Davide Falcioni
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Sebbene non ci siano prove "né nuove né decisive", e neppure "gli elementi, i requisiti e i presupposti per la revisione", la Procura generale di Milano ha trasmesso questa mattina alla Corte d’appello di Brescia l’atto con cui il sostituto pg Cuno Tarfusser ha proposto la riapertura del processo per la strage di Erba ritenendo i due imputati Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva all’ergastolo, innocenti. La Procuratrice generale, Francesca Nanni, ha allegato ai giudici bresciani un parere nel quale afferma che l’istanza del collega Tarfusser è inammissibile perché proviene da un soggetto "non legittimato", ma anche infondata poiché sarebbero assenti presupposti e nuove prove decisive per una revisione del caso. Una decisione, tuttavia, verrà ora presa dalla Corte d'Appello d Brescia.

La Procura generale, che nei giorni scorsi sembrava non essere intenzionata ad inoltrate l’atto di Tarfusser, ha ritenuto comunque che il fatto che il sostituto pg abbia depositato la richiesta alla segreteria della Procura generale a fine marzo abbia "dato impulso ad un procedimento che deve essere concluso nella sede competente". Secondo Nanni "quelli che temevano che questa istanza non fosse valutata avevano torto. Su entrambe le questioni, ossia l’ammissibilità e il merito, si esprimerà ora la Corte d’Appello di Brescia".

I legali di Olindo e Rosa, che hanno sempre annunciato una loro istanza di revisione a Brescia, potranno quindi depositarla perché stavano attendendo che venisse invita quella di Tarfusser, che nutre dubbi sulla colpevolezza dei due imputati. La mattanza dell’11 dicembre 2006 avvenuta nella corte di via Diaza Erba. Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini vennero uccisi, secondo una sentenza definitiva, da Rosa Bazzi e Olindo Romano, i vicini di casa che mal sopportavano la famiglia considerata rumorosa e con cui avevano una causa civile in corso. La strage, come ricordava il procuratore di Como in una nota, fu confessata “fino al più atroce particolare”.

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