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La strage di Erba di Olindo e Rosa

Strage di Erba, l’ex comandante Gallorini: “Quella sera abbiamo vissuto l’anticamera dell’inferno”

Luciano Gallorini, ex comandante dei carabinieri di Erba, ha ricordato cosa ha visto la sera in cui ha trovato i cadaveri del piccolo Youssef, due anni, sua madre Raffaella Castagna, e sua nonna Paola, e Valeria Cherubini: “Situazione veramente apocalittica, dette falsità sul mio conto”.
A cura di Ida Artiaco
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Olindo Romano e Rosa Bazzi
Olindo Romano e Rosa Bazzi
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Mentre a Brescia si prosegue con la richiesta di revisione del processo a carico di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all'ergastolo invia definitiva per la strage di Erba del 2006, nel corso della quale rimasero uccisi il piccolo Youssef, due anni, sua madre Raffaella Castagna, e sua nonna Paola, e Valeria Cherubini, arriva il racconto inedito di uno dei protagonisti di quella vicenda. Si tratta di Luciano Gallorini, ex comandante dei carabinieri di Erba.

Intervistato dalla trasmissione di Rete 4 Quarto Grado, ha detto: "Io non conosco l'inferno ma di sicuro quella sera abbiamo vissuto l'anticamera dell'inferno. Acqua, fuoco, fuliggine, odore di carne umana e di sangue bruciato: solo chi l'ha avuto nel naso può ricordarselo".

L'ex comandante Gallorini a Quarto Grado".
L'ex comandante Gallorini a Quarto Grado".

Alla domanda di cos'altro ricorda di quella sera ha risposto di essere stato chiamato intorno alle 20: "Mi precipitai sul posto e trovai una situazione veramente apocalittica. Salgo all'interno della palazzina, dove trovo il primo cadavere di una donna. Poi entro all'interno dell'appartamento, dove troviamo un altro cadavere, sempre di un'altra donna, e in un locale-salotto in fondo all'appartamento c'era il bambino sgozzato, un bambino piccolo. Poi si scoprì, immediatamente dopo, che c'era un ulteriore cadavere, quello di Valeria Cherubini".

Olindo Romano e Rosa Bazzi, immagine di repertorio
Olindo Romano e Rosa Bazzi, immagine di repertorio

Dopo la perlustrazione nell'edifico Gallorini ha osservato che "il primo interrogativo che ci siamo posti è stato su Azouz Marzouk". Mancando il marito "siamo andati a casa dei parenti di Azouz e abbiamo fatto, nella flagranza del delitto prevista dalla legge, una perquisizione: prendiamo i fratelli e i parenti di Azouz e li portiamo in caserma. Quale potrebbe essere un'altra ipotesi? Controllando il carteggio della stazione accertiamo che i vicini di casa della signora Castagna erano stati al comando di Erba, per delle liti dalle quali erano scaturite lesioni e minacce tra la famiglia dei Castagna e Olindo Romano e Rosa Bazzi".

Rispetto ai coniugi Romano: "Mi hanno detto che quando hanno bussato alla loro porta, Rosa aveva detto che dormiva. Mi sono poi recato di persona e ho notato che il signor Romano aveva delle ecchimosi al dito. Olindo era un toro, molto forte".

Ha ricordato anche la famosa visita del 20 dicembre a Mario Frigerio in ospedale, quella in cui lui avrebbe convinto il testimone a fare il nome di Olindo Romano: "Fu il dottor Nalesso (sostituto procuratore a Como, ndr) a dirmi: “Gallorini vada a fare un colloquio investigativo con il signor Frigerio”. Io informai i miei superiori che vennero con me, ma mi dissero: il colloquio lo faccia lei".

Infine, ha concluso: "Purtroppo inspiegabilmente negli ultimi anni sulla mia persona e, man mano, in maniera sempre più grave, sono state dette delle falsità. Perché attaccare una persona? Per molto meno, della gente si è ammazzata. Se tu alla gente dici che una persona è scorretta, poi la gente se lo porta dentro. Mi auguro che a nessun altro possa capitare un affare del genere"

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