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La strage di Erba di Olindo e Rosa

Strage di Erba, Procura si smarca dal giudice Tarfusser e non inoltra l’atto di revisione del processo

Formalmente la Procura generale milanese sta ancora valutando gli atti ma l’idea è di non procedere all’inoltro della documentazione lasciando semplicemente decadere l’iniziativa di Tarfusser sulla revisione del processo per la strage di Erba.
A cura di Antonio Palma
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La Procura generale di Milano si smarca definitivamente dal sostituto procuratore Cuno Tarfusser e non inoltrerà l'atto di revisione del processo sulla strage di Erba come aveva chiesto invece il giudice. Lo confermano fonti giudiziarie all’Ansa dopo la notizia dell’avvio di un procedimento disciplinare nei confronti del giudice che si è fatto promotore della revisione del caso e dunque anche del processo che ha portato alla condanna all'ergastolo dei coniugi Rosa e Olindo Romano, vicini di casa delle vittime: Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre di lei Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini.

Formalmente la Procura generale milanese sta ancora valutando gli atti ma l’idea è di non procedere all’inoltro della documentazione lasciando semplicemente decadere l’iniziativa di Tarfusser. Del resto la procedura disciplinare contro il sostituto pg è stata promossa proprio dalla procuratrice generale di Milano Francesca Nanni che contesta a Tarfusser le modalità con cui ha lavorato al suo atto e quindi si oppone allo stesso atto di revisione.

Secondo le stesse fonti, al momento i vertici della Procura generale del capoluogo lombardo non ritengono che ci siano gli elementi per un'istanza di questo tipo. La stessa Procuratrice ha chiarito che non si sta opponendo a una eventuale revisione del processo per la strage di Erba ma ritiene che non ci siano elementi perché questo avvenga su stanza del suo ufficio.

Una delle ipotesi dunque è che lo stesso Tarfusser possa decidere di inviare autonomamente l'atto a Brescia per farne valutare l'ammissibilità ma lo stesso potrebbero fare i legali di Olindo e Rosa, ovviamente. Secondo la procuratrice Nanni, del resto l’istanza di Tarfusser si baserebbe proprio sulle consulenze difensive dei legali dei due condannati anche rapportandosi in autonomia coi difensori.

A Tarfusser viene contestato di aver "violato i doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio" perché avrebbe agito "in palese violazione del documento organizzativo dell'ufficio che assegna all'avvocato generale e al procuratore generale" (che in caso di dissenso ha l'ultima parola) "la facoltà di richiedere la revisione di sentenze" qualora sopravvengano nuove prove d'innocenza. Una tesi rigetta dal giudice secondo il quale la sua è una iniziativa in base agli atti raccolti.

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