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La strage di Erba di Olindo e Rosa

Strage di Erba, il pm Tarfusser che ha chiesto la revisione: “La legge è uguale per tutti è solo una scritta”

Cuno Tarfusser commenta con Fanpage.it la sentenza della Corte d’Appello di Brescia: i giudici hanno deciso che non ci sarà un nuovo processo per le strage di Erba e che Olindo Romano e Rosa Bazzi dovranno continuare a scontare la pena dell’ergastolo per la strage di Erba.
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"Una giustizia che ha perso la cultura del dubbio non è quella a cui ho dedicato quarant'anni della mia vita, per questo ora sono contento di andare via dalla Magistratura". Così Cuno Tarfusser, il sostituto procuratore generale di Milano che ha avanzato la richiesta di revisione del processo sulla strage di Erba (e per questo è stato sottoposto a provvedimento disciplinare), commenta con Fanpage.it la decisione della Corte d'Appello di Brescia. I giudici hanno infatti deciso che non ci sarà un nuovo procedimento penale nei confronti di Olindo Romano e Rosa Bazzi. E il pubblico ministero milanese, cha andrà in pensione il prossimo 11 agosto, non accetta la sentenza.

"È evidente che la giustizia non è uguale per tutti: se le due persone coinvolte avessero avuto un altro nome, magari un po' più altisonante, sono sicuro che le cose sarebbero andate diversamente e ora non saremmo qui a fare questi discorsi", aggiunge Tarfusser, che con fermezza dichiara: "La giustizia è uguale per tutti sta scritta dietro alle spalle dei giudici così, tanto per metterci qualcosa, come ornamento".

Ma il sostituto procuratore generale di Milano, che ha fatto anche il giudice presso la Corte Penale Internazionale, critica anche la sentenze da un punto di vista di procedura penale: "Sotto il profilo tecnico, io ho difficoltà a comprendere come una Corte d’appello, che di fatto ha dichiarato ammissibile la revisione, perché altrimenti non avrebbe emesso a gennaio il decreto di citazione a giudizio, adesso si rimangia questa decisione, dichiarando inammissibile la revisione de processo. A maggior ragione che il quadro non è cambiato, non essendo state assunte prove".

"E allora mi mi domando – conclude Tarfusser – da gennaio ad adesso cosa è successo, che noi non sappiamo? Non vorrei che fosse il sistema che difende se stesso". E a proposito del procuratore generale di Brescia, Guido Rispoli, che in Aula ha sostenuto che "le carte vadano studiate dalla A alla Z", Tarfusser risponde: "Se l'allusione era a me, sa fin troppo bene come io leggo gli atti. E non prendo lezioni da nessuno su come si leggono, tantomeno da Rispoli". Infine il magistrato ricorda che ora è sempre possibile il ricorso in Cassazione e quindi "non è detto che sia finita qui".

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