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La strage di Erba di Olindo e Rosa

Strage di Erba, il legale Schembri sulla revisione per Rosa e Olindo: “In nostra istanza nuove prove”

Il legale di Rosa Bazzi e Olindo Romano ha annunciato che la difesa depositerà la propria istanza di revisione contenente “nuove prove”. Ci auguriamo che possa essere ammessa e che siano fissate le udienze per il dibattimento”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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L'avvocato Fabio Schembri, legale di Rosa Bazzi e Olindo Romano, ha commentato la richiesta di revisione del processo avanzata dal procuratore generale Cuno Tarfusser. "Depositeremo la nostra istanza di revisione che si fonda su prove nuove di una certa consistenza – ha fatto sapere l'avvocato alla trasmissione Porta a Porta -. Ci auguriamo che possa essere ammessa e che siano fissate le udienze per il dibattimento. Abbiamo nuovi elementi basati su nuove tecniche scientifiche".

Il magistrato di Milano che ha chiesto la revisione del processo che ha portato alla condanna all'ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i due coniugi accusati di aver ucciso nel 2006 Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk di soli 2 anni, la nonna del bimbo, Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Secondo il procuratore generale, tra gli elementi da considerare per la revisione del caso, la "non attendibilità del teste" Mario Frigerio, accoltellato sul pianerottolo e sopravvissuto per via di una malformazione alla carotide. L'uomo è nel frattempo deceduto nel 2014.

"Oggi, a distanza di oltre 17 anni, la scienza è fortunatamente in grado di fornire da sola, quelle certezze scientifiche idonee a fare sgretolare i tre pilastri probatori su cui fondano la condanna all'ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi" ha scritto il pg Tarfusser nella richiesta di revisione. Secondo il procuratore, inoltre, le confessioni dei coniugi di Erba sarebbero da considerarsi false, vere e proprie "dichiarazioni acquiescenti" date dalla forte convinzione che i due fossero colpevoli della strage.

Per il procuratore, inoltre, è da rivedere anche la prova del sangue della vittima Valeria Cherubini. "Non si può non rilevare che la prova trasuda criticità mai valutate dalle Corti di merito che mai hanno messo in dubbio né l'origine della macchina di sangue, né la chain of custody dal momento del suo repertamento".

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