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La strage di Erba di Olindo e Rosa

Strage di Erba, Azouz Marzouk è a Lecco: “Finalmente si torna nell’amata Italia”

“Sono qui per stare con la mia famiglia”. Così al telefono con Fanpage.it Azozuz Marzouk, il marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef, entrambi uccisi nella strage di Erba del 2006. Marzouk, che viveva in Tunisia con la seconda moglie, ha potuto fare ritorno grazie alla revoca del decreto di espulsione: “Non so ancora quanto resterò”.
A cura di Angela Marino
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"Sono a Lecco e sono qui per stare con la mia famiglia". Così al telefono con Fanpage.it Azozuz Marzouk, il marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef, entrambi uccisi nella strage di Erba del 2006. "Ancora non so dire quanto resterò, per ora sono qui, a Lecco, e voglio stare con la mia famiglia", dice facendo riferimento alla famiglia della sua seconda moglie, Michela Lovo, madre delle due figlie. Il tunisino che nel 2006 perse la famiglia nel massacro di via Diaz a Erba (Como), non aveva la possibilità di tornare nel nostro Paese da molti anni, da quando i magistrati avevano emesso, contro di lui, un decreto di espulsione. "Si tratta di un decreto giudiziario, non amministrativo – spiega Marzouk – e mi impediva di fare ritorno in qui. Cosa è cambiato ora? Beh, i magistrati hanno revocato la misura di sicurezza, questo significa che posso soggiornare in Italia".

"Farò riaprire il processo"

La notizia del ritorno in Marzouk, che ha immediatamente attirato l'attenzione dei media italiani, è stata data proprio dal tunisino, con un selfie sul suo profilo Facebook, dove si mostrava sorridente all'aeroporto: "Finalmente si ritorna nell'amata Italia". "Aver potuto far ritorno qui, è sola la prima battaglia vinta, ora devo vincere la seconda" – dice rilassato al telefono. E alla domanda se questa battaglia sia la riapertura del processo che ha visto condannati in Cassazione, Olindo Romano e Rosa Bazzi, per l'omicidio di quattro persone, risponde: "certo, è il prossimo passo".

Ma i giudici hanno detto no

Eppure solo pochi mesi fa i giudici si sono espressi in maniera negativa sull'ipotesi di nuove indagini paventata dalla difesa di Bazzi e Romano e da quella di Azouz. "Inutili e senza senso" avevano motivato. Olindo e Rosa, infatti, restano condannati all'ergastolo e reclusi nel carcere di Bollate. Per la sentenza non vi sono dubbi che siano stati i due coniugi e allora vicini di casa delle vittime a ucciderli a coltellate e poi appiccare l'incendio dell'abitazione dove vivevano. Nella strage persero la vita Paola Galli (60 anni), Raffaella Castagna (30 anni), Youssef Marzouk (2 anni) e Valeria Cherubini (55 anni). Marco Frigerio, che restò gravemente ferito, è morto per cause naturali nel 2014.

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