Strage di Erba, Azouz Marzouk assolto, non calunniò Rosa e Olindo: “Passo verso la verità”
Azouz Marzouk non calunniò Rosa Bazzi e Olindo Romano, i due coniugi condannati in via definitiva per la strage di Erba del 2006 in cui furono uccisi il figlioletto dell'uomo, il piccolo Youssef, e la moglie e madre del bimbo, Raffaella Castagna, insieme alla madre di quest'ultima Paola Galli, e la vicina di casa Valeria Cherubini. Lo ha stabilito oggi la giudice della settima sezione penale del Tribunale di Milano, assolvendo l'uomo con formula piena perché il fatto non sussiste". Azouz Marzouk era finito imputato a processo a seguito di alcune sue strane dichiarazioni e richieste proprio in merito alla vicenda giudiziaria della strage di Erba, dopo la sua conclusione con la condanna all'ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi.
Marzouk, ritenendo i due coniugi ed ex vicini di casa innocenti, aveva avanzato una richiesta di raccogliere nuove prove per la revisione del processo sui quattro omicidi. L'uomo era arrivato ad affermare che i due coniugi si erano incolpati ingiustamente e per questo era stato accusato di averli calunniati incolpandoli del reato di autocalunnia per le loro confessioni, a suo dire false, sugli omicidi. "So chi ha ucciso mio figlio, Rosa e Olindo non c'entrano" aveva spiegato chiedendo alla Procura generale di Milano di raccogliere elementi ai fini della revisione della sentenza. Per Azouz Marzouk sarebbero troppe le incongruenze contenute nelle confessioni rispetto a quanto emerso in seguito.
"Sono convinto che esiste un'altra storia. E anche le carte dicono chi è stato. Se leggete le carte si capisce chi è stato" aveva affermato Azouz Marzouk. Frasi e dichiarazioni che gli sono costate l'imputazione per calunnia. Per la pm Giancarla Serafini Azouz aveva voluto "attirare attenzione su di sé" e proporsi "a trasmissione tv con interviste esclusive e anche per avere corrispettivi economici in cambio" e per questo aveva chiesto per lui una condanna a 3 anni e mezzo di carcere. Per il Tribunale del capoluogo lombardo, però, "il fatto non sussiste". "Sono contento, è un passo nella lotta che stiamo facendo in questi anni per ottenere la verità" ha commentato a caldo Azouz dopo l'assoluzione dall'accusa di calunnia.