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Strage di Corinaldo, Procura di Ancona chiede giudizio immediato per la banda dello spray

La Procura di Ancona, alla vigilia del primo anniversario della strage di Corinaldo, ha depositato la richiesta di giudizio immediato per sei persone, arrestate lo scorso 2 agosto e facenti parte della cosiddetta “banda dello spray”. Secondo gli inquirenti, alla luce dei risultati emersi nel corso delle indagini, sono emersi “chiari e concordanti elementi di responsabilità” nei confronti dei componenti del gruppo.
A cura di Ida Artiaco
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Alla vigilia del primo anniversario della strage di Corinaldo, nella quale persero la vita cinque minorenni e una mamma di 39 anni, è arrivata la svolta per uno dei due filoni di inchiesta nati per fare luce su quanto successo tra il 7 e l'8 dicembre 2019 nella discoteca Lanterna Azzurra. La Procura di Ancona ha infatti depositato la richiesta di giudizio immediato per sei persone, arrestate il 2 agosto scorso. Si tratta della cosiddetta "banda dello spray", giovani tra i 19 e i 22 anni del Modenese, che in varie località italiane avrebbero usato spray urticante in discoteche e locali per rubare catenine e monili. Sono ritenuti responsabili di omicidio preterintenzionale, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti con strappo e rapine, lesioni personali e singoli episodi di rapine e furti con strappo.

Secondo gli inquirenti, alla luce dei risultati emersi durante la complessa attività di indagine coordinata dalla stessa Procura e condotta dai dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Ancona, con il contributo tecnico del Racis e dell'Università Politecnica delle Marche, sono emersi "chiari e concordanti elementi di responsabilità" nei confronti dei componenti del gruppo, che si trovano in stato di custodia cautelare. Esce invece dalla vicenda il 65enne ricettatore del gruppo, che il 2 dicembre ha patteggiato con il gip di Ancona una condanna a 4 anni e due mesi di reclusione e una multa di 2.000 euro per associazione per delinquere e ricettazione continuata. Secondo gli inquirenti, il gruppo usò la sera della strage una sostanza urticante per rubare catenine e monili nella confusione. Non era la prima volta che mettevano a segno un'azione simile. Il loro era infatti un vero e proprio modus operandi, impiegato in tante altre occasioni e in varie località, soprattutto nel Nord Est del Paese ed anche all'estero.

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