Strage di Casteldaccia, l’operaio superstite è fuori pericolo: prognosi sciolta, proseguono le cure
Sta meglio l'operaio superstite della strage di Casteldaccia (Palermo), dove lo scorso 6 maggio sono morti 5 dei suoi colleghi, uccisi dalle inalazioni di idrogeno solforato inalato mentre erano impegnati in operazioni di manutenzione della rete fognaria.
I medici del Policlinico di Palermo hanno infatti sciolto la prognosi sulla vita del paziente, per il quale da domani òe cure proseguiranno in un reparto di area medica ad elevata competenza, l'unità operativa di Medicina interna e stroke care, con il supporto continuato di tutti gli specialisti necessari a garantire un recupero funzionale organico e psicologico.
Antonello Giarratano, direttore dell'unità di Terapia Intensiva e del Dipartimento di Emergenza del Policlinico, ha affermato che "il quadro clinico, laboratoristico e strumentale permette di sciogliere la prognosi quoad vitam. Rimane riservata la prognosi quoad functionem, in particolare per il recupero della piena funzionalità neurologica". Il paziente durante la degenza in terapia intensiva è stato sottoposto a una serie di specifiche e complesse indagini radiologiche, "al fine di accertare e trattare per puntare a un recupero, lesioni compatibili con la causa scatenante occorsa e i deficit clinici rilevati e accertati dalle specifiche consulenze specialistiche, in particolare neurologica, fisiatrico-riabilitativa, e logopedistica".
La funzione respiratoria, "sia sotto il profilo clinico sia laboratoristico, è soddisfacente e stabile. Non si repertano altre insufficienze d'organo di pertinenza intensivistica", ha aggiunto. I ringraziamenti "vanno a chi ha soccorso il paziente dal primo istante. Resta il dispiacere, come medici di area intensiva, di non poter aver potuto fare nulla per gli altri 5 operai e il nostro pensiero va a loro che hanno perso la vita e a tutti i familiari che hanno sofferto e stanno soffrendo".
Intanto, la procura di Termini Imerese ha iscritto nel registro degli indagati altre due persone, e cioè Gaetano Rotolo, direttore dei lavori dell’Amap, e Giovanni Anselmo amministratore unico della Tek Infrastrutture srl di San Cipirello. Anche loro, così come Nicolò Di Salvo della Quadrifoglio Group di Partinico, sono indagati per omicidio colposo plurimo.