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Incidente ferroviario a Brandizzo, ultime news

Strage di Brandizzo, le ultime telefonate prima dell’incidente: “State fermi. Deve ancora passare un treno”

Le ultime tre telefonate prima che il treno travolgesse i cinque operai alla stazione di Brandizzo dimostrerebbero che le vittime stavano lavorando senza l’autorizzazione. Ci sarebbe stato anzi l’ordine di l’ordine di “non procedere con i lavori”, ribadito in due conversazioni.
A cura di Annalisa Cangemi
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La Procura di Ivrea continua a indagare sulla strage di Brandizzo, costata la vita a cinque operai, Kevin Laganà, 22 anni, Michael Zanera, 34, Giuseppe Sorbillo, 43 anni , Giuseppe Aversa, di 49, e Giuseppe Saverio Lombardo, di 52 anni. La sera del 30 agosto, poco prima di mezzanotte, i cinque operai stavano lavorando nella stazione ferroviaria di Brandizzo, lungo la linea Torino-Milano, per la manutenzione dei binari, quando un treno che viaggiava a 160 chilometri orari li ha travolti uccidendoli.

I due indagati per l'indicente, Antonio Massa e Andrea Girardin Gibin, rispettivamente il dipendente Rfi che aveva il compito di dare il nulla osta e il caposquadra della Si.gi.fer, ditta incaricata di eseguire i lavori, saranno interrogati nei prossimi giorni. Le accuse sono omicidio plurimo e disastro ferroviario con dolo eventuale. Intanto proseguono le indagini coordinate dalla procuratrice Gabriella Viglione, e si concentrano sulle ultime comunicazioni.

Ci sarebbero state tre telefonate in 26 minuti, riporta la Repubblica, con l'ordine di "non procedere con i lavori" ribadito in due conversazioni, una dietro l'altra. E poi lo schianto in diretta telefonica, con un fragore simile a una bomba.

Secondo la Polfer e la Guardia di finanza sta proprio in queste registrazioni uno snodo fondamentale dell'inchiesta. Il punto sarebbe che le vittime non avrebbero dovuto trovarsi su quel binario in quel preciso momento. E non avrebbero avuto alcuna autorizzazione scritta che desse il via libera all'intervento. Ora gli inquirenti vogliono accertare se quella di effettuare i lavori prima del rilascio dell’autorizzazione scritta fosse una prassi. Se quest'ipotesi dovesse trovare riscontro rischierebbero di essere indagate anche Rfi e la ditta Si.gi.fer.

Dalle ultime telefonate registrate è emerso che Antonio Massa, che aveva il ruolo di ‘scorta', cioè il tecnico di Rfi che accompagna la squadra di operai sui binari, avrebbe autorizzato verbalmente il ‘via' alle operazioni sul binario dello schianto, senza avere ottenuto alcun via libera — nemmeno oralmente scrive la Repubblica — dalla sala di controllo della stazione di Chivasso, dove la tecnica di Rfi (non indagata e sentita come testimone) per due volte, al telefono, gli aveva specificato di non dare l'ok per iniziare i lavori.

Le tre telefonate registrate prima del passaggio del treno

La prima telefonata è avvenuta tra le 23.26 e le 23.29. "Possiamo cominciare?" chiede Massa alla tecnica di Chivasso, che gli risponde: "State fermi. Deve ancora passare un treno, che è in ritardo. Aggiorniamoci dopo". Un messaggio rimasto inascoltato.

Gli operai a Brandizzo ricevono verbalmente l'ok dai loro superiori e iniziano a lavorare sui binari. Dai filmati delle telecamere della stazione di Brandizzo e dai rumori di sottofondo che si sentono nella seconda telefonata (poco dopo le 23.30) si vedono e sentono i cinque operai spingere, con attrezzi rumorosi, sul binario, scrive ancora la Repubblica.

Nella seconda conversazione registrata Massa si rivolge all'addetta di Chivasso: "Adesso possiamo andare?". E lei per la seconda volta risponde "no", ribadendo il ‘divieto' già espresso nella comunicazione precedente: "Bisogna aspettare dopo la mezzanotte. Ci sono due fasce orarie possibili in cui lavorare dopo quell’ora, o prima o dopo l’una e mezza, ora in cui passerà un altro treno. Scegliete voi quale preferite". Gli operai però rimangono sul binario.

La terza telefonata, brevissima, è quella della strage, che avviene in diretta. Si sente il rumore di un’esplosione. Massa e l’addetta di Chivasso sono in silenzio e a quel punto la conversazione si interrompe. Dopo la strage ci sono ancora due telefonate: "Sono morti tutti! Sono morti tutti sui binari!", urla Massa, in lacrime.

"Quando è successo tutto ero al telefono con la collega di Rfi, stavo compilando i documenti", ha raccontato poi Massa, sentito subito dopo la tragedia come persona informata sui fatti.

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