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Strage di Bologna: “I mandanti sono Gelli e i Servizi deviati, Bellini tra gli esecutori”

Le conclusioni dei pm della Procura generale di Bologna che nelle scorse ore hanno chiuso la nuova inchiesta sulla Strage di Bologna, notificando quattro avvisi di fine indagine. Tra i destinatari degli avvisi Paolo Bellini, ex membro di Avanguardia Nazionale, ritenuto esecutore materiale dell’attentato in concorso con i membri dei Nar già condannati.
A cura di Antonio Palma
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Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato e Mario Tedeschi, sarebbero questi quattro, tutti deceduti, i mandanti, finanziatori o organizzatori della strage di Bologna del 2 agosto 1980 in cui persero la vita 85 persone e altre centinaia rimasero ferite. È quanto sostengono i pm della Procura generale di Bologna che nelle scorse ore hanno chiuso la nuova inchiesta sulla Strage nel capoluogo emiliano, notificando quattro avvisi di fine indagine. Tra i destinatari degli avvisi Paolo Bellini, ex membro di Avanguardia Nazionale, ritenuto esecutore materiale dell’attentato in concorso con i membri dei Nar già condannati vale a dire Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini.

Gli altri tre avvisi riguardano ipotesi di depistaggio e falsità nel rispondere ai pm. Questi ultimi sono a carico di ex 007 italiani che secondo l’accusa facevano parte dei servizi segreti deviati. L’ex generale del Sisde Quintino Spella e l’ex carabiniere Piergiorgio Segatel sono accusati di depistaggio, mentre Domenico Catracchia risponde di false informazioni al pm al fine di sviare le indagini in corso. Secondo l’accusa, Spella, dirigente del Sisde, avrebbe negato di aver ricevuto nel luglio 1980 dal giudice Tamburino le rivelazioni dell'ex terrorista nero Luigi Vettore Presili che parlava della preparazione di un attentato sanguinario

Negli atti Gelli e Ortolani invece sono indicati quali mandanti-finanziatori della strage di Bologna. D’Amato invece è considerato mandante-organizzatore, Tedeschi organizzatore per aver aiutato D’Amato, ex prefetto ed ex capo dell’ufficio Affari Riservati del ministero dell’Interno, nella gestione mediatica della strage, preparatoria e successiva e nell’attività di depistaggio delle indagini.

L’inchiesta va "nella direzione dei documenti che avevamo predisposto noi per la Procura. Il problema è che sono passati 40 anni, forse se ne potevano risparmiare 10-15″, ha commentato Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della strage di bologna, aggiungendo: "Ora speriamo che si possa mettere le mani sui mandanti fino in fondo”

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