Strage di Altavilla, riflettori accesi sui complici: analisi su telefoni e pc, possibile faccia a faccia
Continua senza sosta il lavoro degli inquirenti per ricostruire l'esatta dinamica della strage di Altavilla Milicia, nella quale sono stati uccisi e torturati Antonella Salamone e i figli Kevin ed Emmanuel, rispettivamente di 16 e 4 anni. In carcere si trovano con l'accusa di triplice omicidio e occultamento di cadavere Giovanni Barreca, marito e padre delle tre vittime, la figlia 17enne della coppia, unica sopravvissuta al massacro, e una coppia di coniugi palermitani, Sabrina Fina e Massimo Carandente, presunti complici di Barreca.
È proprio sul ruolo svolto da questi ultimi nella strage che si sta concentrando l'attenzione degli investigatori. La prossima settimana, come riferisce Il Giornale di Sicilia, è possibile che vengano riascoltati tutti gli indagati e che in particolare la coppia di coniugi possa essere messa a confronto in un faccia a faccia per sottolineare eventuali differenze che possano emergere nella loro versione.
"La loro ricostruzione è molto diversa da quelle fornite da Giovanni Barreca e dalla figlia primogenita. È importante che i magistrati abbiano tutti gli elementi in mano anche perché le responsabilità penali sono personali. Stabilire i ruoli e chi ha fatto cosa sarà fondamentale nella difesa. Vent’anni di carcere sono molto diversi dall’ergastolo", ha commentato l'avvocato dei due, Marco Rocca, a Repubblica.
I due si sono già dichiarati innocenti: non avrebbero partecipato alla strage ma sarebbero andati via dalla villetta della famiglia Barreca prima che esplodesse la violenza. Ma ciò non corrisponderebbe alle dichiarazioni rilasciate dalla figlia 17enne dello stesso Barreca. La ragazza ha raccontato che la frequentazione tra i genitori e i due nuovi ‘amici' era diventata esclusiva nei giorni precedenti al massacro: "Sabrina e Massimo frequentavano i miei genitori e assistevano ai litigi (pare che i due discutessero di frequente per questioni di soldi, ndr), nelle ultime settimane frequentavano solo loro". Non solo. "Mia madre, prima di morire, mi disse che erano venuti da noi solo ed esclusivamente per fare pulizia nella casa, perché c'erano troppi demoni", ha aggiunto.
La settimana prossima potrebbe arrivare una svolta anche dall'esame dei tabulati e delle celle dei telefonini degli indagati da cui si potrà desumere la posizione registrata nei giorni della strage e che tipo di relazione c'era effettivamente tra di loro. Oltre a messaggi, chat e telefonate saranno infatti fondamentali i tracciati gps per comprendere gli spostamenti e le presenze sul luogo del massacro.