Strage di Altavilla Milicia, con i due santoni a processo anche Giovanni Barreca che torna in carcere
Andranno a processo Giovanni Barreca, Sabrina Fina e Massimo Carandente, i tre accusati della strage di Altavilla Milicia (Palermo) avvenuta tra l'8 e il 10 febbraio dello scorso anno. Il processo inizierà il 6 marzo davanti alla corte d'assise di Palermo. In tre rischiano l'ergastolo, anche se Giovanni Barreca, padre e marito delle vittime dell'esorcismo, Antonella Salamone e i figli di 16 e 5 anni, era stato trasferito in una Rems perché ritenuto incapace di intendere e di volere da un altro giudice di Termini Imerese che aveva definito la sua situazione incompatibile con il carcere.
Barreca dovrà ora tornare in carcere dopo che il tribunale del riesame di Palermo aveva annullato per motivi di forma il provvedimento del Gip. Con il rinvio a giudizio, infatti, è stata accolta la richiesta della procura di rimettere in carcere l'ex imbianchino, ritenuto pericoloso, che permise ai due coniugi "Fratelli di Dio" di entrare nella sua abitazione per "liberarla dagli spiriti".
Secondo quanto emerso dalle indagini, tra l'8 e il 10 febbraio dello scorso anno Fina e Carandente entrarono in casa di Barreca con il suo benestare per svolgere alcuni riti contro gli spiriti maligni. L'uomo era infatti ossessionato dai demoni ed era stato convinto che la moglie, Antonella Salamone, fosse posseduta. La donna è stata sottoposta a torture che hanno poi portato alla sua morte, così come i due figli maschi di Barreca di 16 e 5 anni. Sarebbe stata coinvolta negli esorcismi invece la figlia maggiore di Barreca, una ragazza di circa 17 anni.
Stando alle evidenze delle indagini, alla base di tutto vi sarebbe la volontà dei due coniugi "Fratelli di Dio" di stabilirsi in casa Barreca e di creare qui la base della propria setta religiosa per vivere delle offerte dei fedeli e dei soldi dell'ex imbianchino. Il tutto sarà appurato in sede processuale, dove Carandente e Fina arriveranno da separati in quanto la donna avrebbe intrecciato in carcere una nuova relazione. I familiari di Salamone si sono costituiti parte civile e hanno chiesto di avere giustizia.
Sabrina Fina si dichiara innocente e tramite il suo legale ha ribadito la sua presunta estraneità ai fatti. "Forse chiederemo l'interrogatorio di garanzia affinché venga fuori la verità su quanto successo nella villetta" ha spiegato il legale della donna, Franco Critelli.
Dall'altro canto, il legale di Barreca ha sottolineato l'estraneità presunta del suo assistito che avrebbe ammesso di essere presente ma mai di aver partecipato ai fatti. "Era imbambolato e incapace di agire – ha affermato l'avvocato Giancarlo Barracato".
I familiari di Salamone, invece, non credono all'infermità mentale. "Noi chiediamo giustizia per i nostri nipoti e nostra figlia e non ci fermeremo", hanno dichiarato. In aula hanno incrociato gli sguardi di Sabrina Fina e Giovanni Barreca, presenti insieme all'altro imputato Massimo Carandente.