Strage di Altavilla, il legale di Massimo Carandente e Sabrina Fina: “Andremo sulla scena del crimine”
"È stato un incontro lunghissimo e molto proficuo perché è venuto con me anche il dottor Spoletti. Abbiamo affrontato la complessa vicenda sotto il profilo criminologico, difensivo ma anche umano. Ci sono tanti elementi che vanno chiariti. Vogliamo entrare sulla scena del crimine e chiederemo l'autorizzazione".
Così Janfer Franco Critelli, avvocato di Massimo Carandente e Sabrina Fina, descrive il primo colloquio in persona avuto con entrambi i suoi assistiti in separata sede. L'incontro, avvenuto venerdì 10 maggio nel carcere di Pagliarelli a Palermo, è durato complessivamente 10 ore, alla presenza del legale e del criminologo Gianni Spoletti, consulente della difesa.
I due, accusati di aver preso parte alla strage di Altavilla Milicia, in cui hanno perso la vita Antonella Salamone e i suoi figli Emanuel e Kevin Barreca di 5 e 16 anni, hanno ribadito la loro estraneità ai fatti ed innocenza di specie. Insieme a loro sono accusati anche Giovanni Barreca, marito della donna uccisa, e la figlia 17enne della coppia.
"Dal colloquio è emersa una situazione molto diversa rispetto a quella delineatasi finora dalle metriche comunicative di alcuna stampa televisiva. – spiega l'avvocato Critelli – Dobbiamo approfondire tutte le sfaccettature e i dettagli che potrebbero essere decisivi, anche in relazione a degli aspetti dietrologici, come la causale, intesa come movente scatenante. In modo separato, poiché non si vedono e non si sentono dal giorno dell'arresto, i due hanno fornito una ricostruzione convergente e hanno ribadito la loro innocenza".
"I miei assistiti sono addolorati per le vittime e per quanto viene detto di loro come se fossero già stati condannati senza aver celebrato ancora un equo e vero processo, che entrambi hanno invece chiesto a gran voce, dandomi ampio mandato professionale a loro tutela. Tutto ciò avviene, tra l'altro, senza il dovuto giusto contraddittorio", ci tiene a precisare il legale.
"Questa drammatica vicenda, con tutto il rispetto del diritto di cronaca come diritto costituzionale, ma anche con il connesso e simmetrico dovere di continenza di verità e pertinenza, merita rispetto per le persone decedute e di conseguenza per i familiari dei rispettivi indagati e delle persone offese, emotivamente coinvolti e scossi. – aggiunge – Meritano rispetto allo stesso tempo le complesse indagini investigative e difensive criminologiche in corso e il sacrosanto e superiore principio della presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva".
Parlando delle prossime tappe della sua strategia difensiva, l'avvocato precisa: "Con il dottor Gianni Spoletti abbiamo affrontato questo primo colloquio insieme ma abbiamo intenzione di farne altri perché è ovvio che, anche se quello di venerdì è stato lunghissimo, si tratta di una situazione delicata e che va chiarita in ogni suo dettaglio, proprio perché i dettagli potrebbero fare la differenza. Stiamo lavorando con dedizione alla migliore e più giusta difesa senza lasciare nulla al caso".
"Abbiamo bisogno, quando sarà, delle risultanze delle tracce biologiche, degli accertamenti medico-legali e della trascrizione della messaggistica e altro inerente. Con il criminologo e il fratello della signora Sabrina, come esperto informatico, stiamo lavorando con dedizione e coscienza. – prosegue – Siamo in una fase iniziale, dobbiamo approfondire delle situazioni. È proprio per questo che vogliamo chiedere l'autorizzazione a entrare sulla scena del crimine, con tutte le cautele del caso, anche per poter fare accertamenti irripetibili nel rispetto delle leggi vigenti".
Come ribadisce l'avvocato Critelli, i coniugi sostengono di non essersi mai definiti ‘fratelli di Dio' né di essersi recati in casa dei Barreca per motivi economici e dicono di essere addolorati nel sentirsi chiamare ‘mostri‘: "Ribadiscono di non avere indole omicidiaria ma di essere predicatori di pace e preghiera. Confidano nella giustizia giusta e nella ricostruzione della verità piena", continua ancora il legale. "Abbiamo dovuto spiegare loro nei minimi dettagli le tante tappe procedurali e anche le accuse gravissime, anche se allo stato attuale sono incolpazioni provvisorie tutte da verificare in modo compiuto".
"Abbiamo fatto un lungo punto difensivo, criminologico, professionale e umano su tutto e, ripeto, ne andranno fatti altri per approfondire tutti gli aspetti coinvolti, anche in relazione a situazioni emerse ed emergenti riguardanti le varie dinamiche, e per continuare a spiegare ai miei assistiti la procedura perché non hanno mai avuto problemi con la giustizia in passato, al punto che solo ora, previa sollecitazione difensiva, hanno avuto modo di leggere e approfondire l’ordinanza cautelare e la Carta dei Diritti e doveri del detenuto".
L’avvocato Janfer Franco Critelli aggiunge: "Il complesso lavoro di cui si discute non è quindi solo sotto il profilo difensivo e criminologico, di massima trasparenza e professionalità, ma anche e soprattutto umanità perché i detenuti vanno comunque trattati come persone. Un principio sacrosanto, ribadito dall’Ordinamento penitenziario, dalla Costituzione Italiana, dalla normazione vigente e dalla Cedu".
"I signori Massimo Carandente e Sabrina Fina, provati da questa funesta storia a loro carico, allo stato hanno ribadito una linea difensiva convergente e sono coinvolti con incolpazioni provvisorie di fatti gravissimi, ma come ogni altro indagato meritano un equo e/o giusto procedimento che si tenga però nelle aule di giustizia, unica sede dove si forma la prova, nonché deputata ad accertare e giudicare, nel pieno e pari contraddittorio tra le parti, con i citati basilari principi di civiltà", conclude il legale della coppia.