Strage di Altavilla, il fratello di Sabrina Fina: “È innocente, è stata una carneficina in famiglia”
"È stata una carneficina in famiglia, si sono ammazzati tra loro. Ci sono troppi vuoti in questa storia, ci vuole almeno una minima mente criminale". A parlare è il fratello di Sabrina Fina, arrestata insieme al marito Massimo Carandente con l'accusa di omicidio plurimo e occultamento di cadavere per la strage di Altavilla Milicia, nel Palermitano: i due coniugi avrebbero ucciso e torturato in qualità di complici di Giovanni Barreca la moglie e i figli di quest'ultimo, Antonella Salamone e i giovanissimi Kevin ed Emmanuel.
Intervenendo nel corso della trasmissione Ore 14 andata in onda ieri, venerdì 8 marzo, su Rai 2, ha difeso la sorella: "Non è assolutamente come la state descrivendo, l’artefice, la manipolatrice o l’organizzatrice della strage, e anche il marito ha problemi gravi di salute e non riuscirebbe mai a fare quello che è stato fatto". Ha aggiunto: "Secondo me non erano da soli quel giorno, c’erano un bel po’ di persone in casa, soprattutto per poter tenere fermo un ragazzo come Kevin. Mio cognato, per com’era messo di salute, non avrebbe mai potuto tenerlo fermo".
Il fratello di Sabrina Fina, 42 anni a luglio, ha poi precisato che la sorella "ha paura di tutto, appena vedeva sangue sveniva. Sono certo che in quella casa c’erano almeno 4 o 5 persone in più. Barreca ha coinvolto mia sorella per pulirsi la coscienza". Proprio per questo, secondo lui, si è trattata di "una carneficina in famiglia, si sono ammazzati tra loro. Ci sono troppi vuoti in questa storia, ci vuole almeno una minima mente criminale. Barreca è sempre stato violento, uno che usa violenza ha quell’indole", rispondendo indirettamente allo stesso Barreca che negli ultimi giorni aveva accusato proprio i coniugi palermitani di "plagio".
Intanto, continuano le indagini per ricostruire quanto successo il mese scorso nella villetta di Altavilla Milicia. Gli uomini del Ris di Messina sono stati al lavoro sul luogo del delitto, trovando le pareti tappezzate da scritte particolari, come il Salmo 23, che servivano per proteggere la casa dai demoni. La stessa Sabrina Fina ha chiesto di essere sentita per fornire nuovamente la propria versione dei fatti, respingendo le accuse.