Strage di Altavilla, Giovanni Barreca racconta l’arresto: “C’è mia moglie morta, l’hanno bruciata”
"Arrivano, scendono e, come se avessero preso Totò Riina, uno ha tirato fuori la pistola e me l'ha puntata alla testa. ‘Nel nome di Gesù, togli questa pistola. Sono tre ore che vi chiamo che sono qua e vi aspetto‘, gli dico. Mi prendono per le braccia e mi buttano a terra. ‘Va bene, nel nome di Gesù, dicci cosa è successo', mi rispondono".
A raccontare così il momento del suo arresto è Giovanni Barreca, l'uomo di 54 anni accusato di aver commesso la strage di Altavilla Milicia avvenuta lo scorso febbraio. L'uomo aveva confessato ai Carabinieri di aver ucciso la moglie e i due figli di 6 e 16 anni, con la complicità della figlia di 17 anni e dei coniugi Sabrina Fina e Massimo Carandente durante un presunto esorcismo.
"Mi hanno preso e mi hanno portato in macchina. Gli ho detto: ‘C'è mia figlia? L'ho lasciata lì e non so se è morta o non è morta. C'è mia moglie morta, l'hanno bruciata. Gli ho detto quello che era successo. Io volevo essere d'aiuto", continua l'uomo in un video trasmesso in esclusiva durante la puntata del 28 novembre del programma Mediaset Mattino Cinque.
"Da questa narrazione emerge il suo stato, era assente, come anche lui conferma. Lui ha detto: ‘Ero imbambolato, non ero presente'", ha detto l'avvocato del 54enne, Giancarlo Barracato, invitato in studio a commentare le parole del suo assistito.
Barreca è stato ritenuto incapace di intendere e di volere, quindi non imputabile e per questo il giudice per le indagini preliminari di Termini Imerese ne ha disposto la scarcerazione. Il 54enne è stato di conseguenza trasferito in una struttura specializzata, una Rems.
"Lui non nega di essere stato lì, ha assistito a tutto. Il delirio mistico, ed è questo che sono riuscito a capire dai contatti che ho avuto con gli specialisti, ti permette di fare qualsiasi cosa. Non si è mai svegliato da questo delirio, è emerso che fosse in quello stato da anni. I nostri consulenti hanno fatto riferimento proprio a una disfunzione che ha radici in anni passati", ha spiegato ancora l'avvocato.
"Non ha avuto, come tutti i soggetti che hanno questa patologia, consapevolezza della malattia, sennò si sarebbe curato. Abbiamo un accertamento che dimostra la totale incapacità di intendere e di volere", ha aggiunto.
Tuttavia, la Procura ha fatto appello contro la decisione del gip e il Tribunale del Riesame ha annullato il provvedimento. La decisione non è ancora esecutiva in quanto soggetta a ricorso per Cassazione, per cui l’uomo si trova ancora nella Rems dove era stato trasferito.
"Non abbiamo le motivazioni, ma faremo ricorso in Cassazione, quasi sicuramente. – ha precisato l'avvocato Barracato – Aspetteremo l'esito che dovrebbe arrivare entro 30 giorni dalla presentazione del ricorso e vedremo quale sarà la posizione della Corte".
La posizione del legale del 54enne rimane la stessa, come ha spiegato durante la trasmissione: "Barreca è stato il terreno fertile su cui i coniugi Carandente e Fina hanno esercitato il plagio".