Strage di Altavilla, Antonella Salamone sui ‘Fratelli di Dio’: “Dicono che se me ne vado resterò sola”
Antonella Salamone si sentiva "turbata" dalla presenza di Sabrina Fina e Massimo Carandente, i due coniugi che si facevano chiamare "fratelli di Dio" e che si erano introdotti in casa della donna, del marito Giovanni Barreca e dei suoi tre figli. La coppia, secondo quanto finora rilevato da chi sta portando avanti le indagini, era riuscita a costruirsi attorno una "piccola setta religiosa" con almeno 10 adepti che, sempre stando alle evidenze investigative, erano a conoscenza di quanto accadeva tra le mura della villetta di Barreca e della moglie.
Carandente e Fina, che da tempo vivevano di piccoli espedienti, si erano trasferiti a casa della coppia di Altavilla Milicia. Il loro compito, secondo quanto emerge dalle carte, sarebbe stato quello di "scacciare i demoni" dall'abitazione. Antonella Salamone aveva espresso più volte i suoi dubbi sulla permanenza dei due coniugi, ma Barreca aveva sempre fatto in modo che i due restassero nella villetta di famiglia.
"Li ho conosciuti – raccontava Salamone in un audio inedito ascoltato nel corso della trasmissione Pomeriggio Cinque -. Non so, mi sono sentita un po' turbata da ‘sti fratelli". Nonostante i suoi dubbi sulla permanenza dei due, la donna aveva esitato a lasciare la villetta. "Mi hanno fatto capire che se continuo così e mi separo da mio marito – diceva a un'amica – resto sola come un cane perché tutti i miei figli saranno dalla parte del padre".
Per questo motivo la donna aveva deciso di aspettare e di rimandare il trasferimento in un'altra casa a tempi migliori. Antonella non aveva rinunciato al sogno di costruirsi una nuova vita, lontana dagli esorcismi dei due fratelli e dal marito Barreca con la quale i rapporti erano ormai tesi da tempo. Salamone, secondo quanto racconta un'amica ai microfoni della trasmissione di Canale Cinque, era infatti vista "come un'estranea" dagli stessi familiari, lentamente spinti a credere che lei fosse "il male in persona".
Nonostante tutto, prima di essere uccisa e sepolta nel giardino di casa da Barreca e dai due coniugi suoi complici, la donna stava cercando una nuova sistemazione, aiutata da un'agenzia immobiliare. Con lei avrebbe voluto portare tutti e tre i suoi figli, i due maschietti di 5 e 16 anni e la più grande, la 17enne che avrebbe aiutato il padre nella strage.
"La coppia – racconta ancora l'amica di Salamone – doveva arrivare a casa sua sabato. Lei mi aveva chiesto di presenziare, non voleva rimanere sola con loro. Aveva un brutto presentimento e pochi giorni dopo è stata uccisa".