Strage della funivia del Mottarone, libero Gabriele Tadini, era l’unico ancora agli arresti
Torna in libertà l’ingegnere Gabriele Tadini, l’unico indagato ancora agli arresti nell’ambito delle indagini sulla strage della funivia del Mottarone. Tadini, caposervizio della funivia precipitata il 23 maggio scorso quando hanno perso la vita 14 persone, era agli arresti domiciliari in quanto destinatario di una misura di custodi cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Verbania su richiesta della locale procura della Repubblica. I termini massimi per la custodia cautelare però erano in scadenza e così gli è stata notificata la revoca della misura restrittiva. I pm infatti non hanno fatto alcuna richiesta di proroga né di giudizio immediato nei confronti di Tadini.
L’ingegnere ora affronterà le accuse da uomo libero al pari degli altri indagati per la Tragedia del Mottarone. Nel provvedimento di revoca firmato dalla gip Elena Ceriotti si legge che il pm ha inoltrato richiesta "finalizzata alla dichiarazione di perdita di efficacia della misura in esecuzione ai sensi dell'art. 303 comma I", rilevato che i termini massimi di custodia cautelare erano prossimi a scadere. "Si tratta di un atto dovuto", ha dichiarato il legale di Tadini, l’avvocato Marcello Perillo ricordando che le indagini sono ancora in corso. In effetti l’inchiesta sulla strage, anche se obiettivamente molto complessa per le varie perizie tecniche necessarie sui vari pezzi della funivia, sta procedendo molto a rilento.
Sono ancora in corso infatti le operazioni legate all'incidente probatorio sulla cabina 3 precipitata al Mottarone e a cinque mesi dall’incidente, ancora non sono stati effettuati i rilievi necessari ad accertare le dinamiche della rottura delle funi. L'operazione per la rimozione della cabina numero 3 della funivia del Mottarone è avvenutasolo all’inizio di questo mese. La cabina sarà a disposizione dei periti della Procura e delle difese. L'udienza intanto è programmata per il prossimo 16 dicembre ma probabilmente i dati raccolti saranno ancora insufficienti Nel frattempo il tribunale del Riesame, al quale si era appellato la procura di Verbania, ha stabilito anche per gli latri due indagati, Luigi Nerini e Gabriele Perocchio, la necessità dei domiciliari ma i legali hanno fatto ricorso in Cassazione quindi la misura è per il momento sospesa.