Strage bus Erasmus, processo archiviato: l’unica speranza ora è la commissione parlamentare
Non ci sarà alcun responsabile né alcun imputato per la morte delle 13 studentesse Erasmus in Spagna, tra cui 7 italiane, coinvolte nel drammatico incidente in pullman il 20 marzo del 2016 quando il mezzo finì fuori strada a Freginals, in Catalogna. Il Tribunale di Tortosa, in provincia di Tarragona, infatti ha ufficialmente e definitivamente archiviato il caso per morte dell'unico imputato, l'autista del pullman Rodriguez Jmenez, deceduto all'inizio di aprile.
Una decisione ovviamente scontata e attesa dai familiari delle vittime che per anni si sono battuti affinché si arrivasse a un processo e che hanno visto sfumare questa possibilità poco prima del traguardo. L'autista, stroncato da un infarto, infatti, aveva acconsentito a una sorta di patteggiamento: avrebbe ottenuto uno sconto di pena in cambio dell’ammissione della propria responsabilità. La decisione però non era stata ancora ratificata con una sentenza e dunque la strage del bus Erasmus resterà per sempre senza colpevoli.
Ora l'unica strada, se non per avere giustizia ma almeno per accertare i fatti, sembra quella della commissione di inchiesta parlamentare in Italia che però per ora è ferma in un cassetto dopo la richiesta. A questa speranza si aggrappano ora le speranze dei familiari delle studentesse tra cui Gabriele Maestrini, papà di Elena, che anche quest'anno, pochi giorni fa, nell'anniversario della strage, è andato sotto l’ambasciata spagnola di Roma.
Al suo fianco nella sua battaglia ha trovato l'appoggio di diversi parlamentari che sono pronti sostenerlo nell'inchiesta. Tra di loro anche Maria Elena Boschi. “Ero insieme alle famiglie di Elena, Lucrezia, Elisa, Francesca, Valentina, Elisa, Serena quando abbiamo accolto le loro spoglie mortali che rientravano in Italia per l’ultima volta, per l’ultimo viaggio. Sono stata al fianco delle loro famiglie in questi lunghi anni in cui non si sono mai stancate di chiedere giustizia per le loro figlie. Oggi, resta un senso di profonda ingiustizia e di amarezza”, ha dichiarato la deputata, aggiungendo: “Mi auguro che la commissione di inchiesta che abbiamo proposto in Parlamento possa aiutare a dare delle risposte. Noi non le dimenticheremo”.