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Incidente ferroviario a Brandizzo, ultime news

Strage Brandizzo, il caposquadra superstite, Andrea Girardin Gibin: “Io, salvo grazie a un martello”

Il caposquadra è l’unico degli operai sopravvissuto all’incidente ferroviario. Risulta indagato per per omicidio plurimo e disastro ferroviario con dolo eventuale insieme al tecnico Antonio Massa. Quella sera del 30 agosto si è salvato grazie alle parole di un collega, che ne richiamò l’attenzione, in cerca di un martello…
A cura di Biagio Chiariello
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"Mi sono salvato grazie ad un martello…". Andrea Girardin Gibin, caposquadra degli operai travolti e uccisi da un treno in corsa, mentre lavoravano alla manutenzione dei binari della stazione di Brandizzo, in provincia di Torino, è l’unico sopravvissuto all’incidente ferroviario. Al Corriere della Sera ha raccontato cosa è accaduto quella sera dello scorso 30 agosto.

"Stavamo lavorando sui binari. Uno dei ragazzi mi ha chiesto di passargli un martello. Così mi sono sollevato e ho fatto due passi. È stato in quel momento che ho visto i fari del treno, d’istinto sono saltato sull’altro binario".

Gibin nell'ambito delle indagini portate avanti dalla Procura di Ivrea risulta indagato insieme ad Antonio Massa, il tecnico di Rfi che ha dato il nulla osta all’inizio dei lavori. Devono rispondere per omicidio plurimo e disastro ferroviario con dolo eventuale. Ad ogni modo i magistrati, Valentina Bossi e Giulia Nicodemi, non hanno notificato ai due indagati un invito a comparire.

Tra i vari aspetti da chiarire, riporta sempre il Corsera, ci sono quelli legati ai dispositivi elettronici sui quali gli inquirenti hanno disposto la consulenza tecnica. Nello specifico i dati delle scatole nere del treno (i "registratori dei movimenti di marcia") e dei tablet dei macchinisti.

Intanto, i colleghi delle vittime hanno confermato che era praticamente una prassi quella di non seguire le procedure di sicurezza, iniziando i lavori prima che il traffico ferroviario venisse interrotto. Ne hanno parlato Francisco Martinez e Giuseppe Cisternino, operai della Sigifer, al Tg1. In particolare il primo ha ammesso di essere sfuggito a quella che avrebbe potuto essere un’altra tragedia. "Quattro mesi fa stavo per essere investito da un treno a Chivasso, se un collega non mi avesse tirato per la maglietta non sarei qua". Cisterino non ha usato mezzi termini su quello che era il modus operandi dell'azienda: “Ci mandano sui binari come se fosse un parco giochi”.

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