Strage Altavilla, l’ipotesi del terzo Santone dietro i coniugi: “Antonella uccisa perché voleva lavorare”
Continuano le indagini sulla strage di Altavilla Milicia dove sono morti Antonella Salamone e i suoi due figli di 16 e 5 anni. Ad ucciderli, secondo gli inquirenti, sarebbero stati Giovanni Barreca, marito e padre dei due minori deceduti e la figlia maggiore della coppia, una ragazza di 17 anni, unica sopravvissuta. A "guidare" la mano dei due vi sarebbero stati Massimo Carandente e Sabrina Fina, due coniugi che si facevano chiamare "fratelli di Dio" e che si erano lentamente affermati come "guru spirituali" per il muratore 54enne. Secondo le nuove piste investigative, i "fratelli di Dio" potrebbero essere stati istigati da una terza persona, un Santone con il quale Carandente avrebbe avuto più di una conversazione telefonica.
Da tempo Massimo Carandente e Sabrina Fina vivevano con la famiglia di Altavilla, dormendo nella loro villetta. A volerli in casa era proprio Barreca, ossessionato dalla presenza dei demoni, mentre Salamone aveva più volte manifestato i propri dubbi. Alla fine, però, i due predicatori erano sempre rimasti, almeno fino ai primi dieci giorni di febbraio, quando i 4 avrebbero assassinato con torture ed esorcismi il resto della famiglia per "liberare la casa dal diavolo".
Salamone "posseduta dal diavolo" perché voleva lavorare
Diavolo che, sempre secondo Barreca, avrebbe "posseduto l'anima della moglie", mostrandosi in quelli che definiva "evidenti cambiamenti" nel suo atteggiamento. Antonella Salamone, stanca delle condizioni precarie nelle quali vivevano, aveva iniziato a vendere alcuni prodotti per la cura personale porta a porta e stava progettando di frequentare alcuni corsi da parrucchiera per poi cercare un lavoro stabile e trasferirsi con i figli lontano dal 54enne.
I dubbi della donna erano tanti e le condizioni economiche precarie non avevano mai reso facile quel cambiamento. La nuova decisione di Salamone però avrebbe messo in allarme Barreca e la stessa coppia di predicatori che, come raccontato dalla vittima in un messaggio audio registrato diversi giorni prima di morire, aveva iniziato a rivolgersi con insulti nei suoi confronti anche durante le preghiere.
L'ipotesi dell'influenza di un terzo Santone
Secondo una nuova pista investigativa, gli stessi "fratelli di Dio" avrebbero subito l'influenza di una terza persona, forse un santone con il quale avrebbero avuto alcune conversazioni telefoniche prima e durante gli esorcismi sulle tre vittime di Altavilla. Per verificare quest'ipotesi, la trasmissione Quarto Grado si è recata tra Sferracavallo e Partanna, due località non molto lontane da Altavilla che Carandente e Fina frequentavano.
In particolare, la coppia aveva incontrato la famiglia di Barreca proprio a Sferracavallo, in una chiesa evangelica che poco dopo avevano abbandonato. Il muratore 54enne aveva in mente di ristrutturare il garage di casa per costruire una vera e propria chiesetta personale della quale sarebbe stato il pastore, mentre i due guru continuavano a riunirsi con lui per la preghiera.
Le telefonate di Carandente da Altavilla Milicia
Non è escluso che subito dopo aver lasciato la chiesa evangelica di Sferracavallo, Carandente e Fina possano essersi avvicinati a un Santone di Partanna, del quale per il momento non è stato reso noto il nome. Il guru avrebbe raccolto attorno a sé ben 17 famiglie, insegnando loro i "suoi metodi" per "scacciare il demonio". Per chi indaga, Carandente potrebbe aver fatto diverse telefonate durante il suo soggiorno a casa Barreca proprio per confrontarsi con il predicatore sul da farsi. Questi dettagli potrebbero emergere dai tabulati telefonici di quei giorni, anche se nel frattempo la coppia fornisce giustificazioni vaghe a quanto avvenuto nella villetta di Altavilla.
"Loro – sostengono i legali dei due sedicenti guru – affermano di essere innocenti, dicono di non aver nulla a che fare con gli omicidi di Salamone e dei suoi figli. Continuano a dire che ad uccidere sia stato Barreca e che non fosse loro intenzione fare del male alle persone. Se c'è un concorso esterno di terzi, risulterà probabilmente dai tabulati telefonici. Carandente e Fina ricordano sempre meno di quanto è successo in quei primi 10 giorni di febbraio". Alla domanda sul perché i due non abbiano chiamato i soccorsi, l'avvocato risponde: "Avevano paura. Quando gliel'ho chiesto, mi hanno detto di aver sbagliato".