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Omicidio Altavilla Milicia a Palermo

Strage Altavilla, l’avvocato Rocca lascia la difesa di Carandente: “Tanti problemi, è venuta meno la fiducia”

Marco Rocca, ex legale dei coniugi Massimo Carandente e Sabrina Fina, ha spiegato a Fanpage.it la decisione di lasciare la difesa della coppia accusata, insieme a Giovanni Barreca e a sua figlia 17enne, della strage di Altavilla Milicia. Dopo soli due mesi dall’arresto l’uomo avrebbe chiesto al legale di avanzare richiesta di sostituzione della misura per poter uscire dal carcere.
A cura di Eleonora Panseri
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Massimo Carandente e Sabrina Fina (Foto Facebook)
Massimo Carandente e Sabrina Fina (Foto Facebook)
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"Due giorni fa ho deciso di lasciare la difesa, ho formalizzato la rinuncia al mandato e ora sono in attesa della prova della notifica a Carandente. A quel punto la mia rinuncia sarà depositata al giudice per le indagini preliminari e diventerà effettiva".

Così Marco Rocca, ex legale dei coniugi Massimo Carandente e Sabrina Fina, ha spiegato a Fanpage.it i passaggi che renderanno definitiva la sua decisione di lasciare la difesa della coppia accusata, insieme a Giovanni Barreca e a sua figlia 17enne, della strage di Altavilla Milicia, il triplice omicidio della moglie del muratore 54enne, Antonella Salamone, e dei suoi figli di 4 e 16 anni, Emmanuel e Kevin.

Antonella Salamone
Antonella Salamone

"Nei giorni scorsi avremmo dovuto, insieme al collega Franco Critelli (che ha assunto la difesa Fina, ndr), depositare anche la richiesta per l'incontro con il gip, visto che nelle intenzioni c'era quella di rispondere alle accuse che gli sono state mosse da Barreca e figlia. Poi venerdì non ho inteso firmarla e mi sono preso qualche giorno per capire se era opportuno continuare con questa difesa. Ci sono state varie problematiche, sia logistiche, ma anche con il cliente stesso, è venuta meno la fiducia".

Secondo quanto spiega ancora il legale, Carandente, che ha sempre ribadito la sua innocenza, dopo soli due mesi dall'arresto per i fatti avvenuti all'interno della villetta di proprietà della famiglia Barreca, avrebbe dato dei termini sul fatto di avanzare richiesta di sostituzione della misura per poter uscire dal carcere.

"Mi è sembrato prematuro e ho capito di non poter soddisfare le richieste del cliente – prosegue Rocca- Se avessi avallato questa richiesta, avrei fatto la figura di una persona poco seria, quindi ho preferito rinunciare all'incarico. Forse non sono riuscito a far ben capire come si scandiscono i tempi processuali, sono richieste che non si possono fare in questa fase e, vista l'accusa di triplice omicidio, forse avrei dovuto spiegare meglio come funzionano le cose", aggiunge l'avvocato.

Il nuovo difensore dovrà ora essere reso partecipe della precedente linea difensiva, quella che prevede l'incontro con il gip, e a quel punto deciderà se portarla avanti o sceglierne un'altra. "Questo però non posso saperlo, ognuno di noi ha un modo diverso di concepire il processo. Tutto ora è di nuovo in gioco", conclude Rocca.

Intanto, durante un recente colloquio con il proprio legale, Giancarlo Barracato, il 54enne Giovanni Barreca ha ribadito ancora una volta la sua estraneità all'omicidio della moglie e dei due figli, dicendo di essersi limitato a pregare durante l'esorcismo organizzato all'interno della casa per liberare la donna e i minori dal demonio, poi finito tragicamente, e che gli assassini sarebbero solamente i due coniugi, Fina e Carandente.

Giovanni Barreca
Giovanni Barreca

Il sostituto procuratore di Termini Imerese, Manfredi Lanza, sentirà tutti gli indagati al termine della fase delle indagini, solo quando sarà possibile mettere a confronto le loro dichiarazioni con le prove raccolte. Oggi, mercoledì 17 aprile, l'avvocato Barracato e la criminologa Roberta Bruzzone effettueranno un nuovo sopralluogo nella villetta dove si è consumato il terribile delitto.

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