Strage a Crotone, i verbali sul viaggio della speranza: “Nella stiva ammassati più di 150 migranti”
Sono 66 le vittime del naufragio avvenuto domenica a Steccato di Cutro, nel Crotonese. Pochi minuti fa è stato recuperato il corpo di un bimbo di pochi anni e quello di un adulto. Le salme si aggiungono a quelle già disposte nel Palasport di Crotone, lì dove domani sarà aperta la camera ardente. Sono state individuate finora solo 28 persone, mentre le altre restano ancora senza nome. Le ricerche stanno andando avanti dalla nottata di domenica.
Vanno avanti anche le indagini sul naufragio avvenuto poco lontano dalla costa. Sono state raccolte le testimonianze dei superstiti, che hanno indicato spontaneamente alle autorità le identità dei tre scafisti che hanno cercato di nascondersi tra i sopravvissuti. Si tratterebbe di un cittadino turco e due pachistani: i tre avrebbero chiesto ad ogni migrante circa ottomila euro per il viaggio della speranza dalla Turchia all'Italia. Solo nella stiva vi erano più di 150 persone ammassate.
Secondo la testimonianza di uno dei sopravvissuti, il viaggio avrebbe incontrato le prime difficoltà già poche ore dopo la partenza dalla Turchia. Il barcone sarebbe andato in avaria e gli scafisti hanno fatto arrivare una seconda imbarcazione sulla quale sono poi saliti tutti per proseguire il cammino. Questo dettaglio, però, non ha trovato ancora conferma nei racconti di altri migranti.
Quattro ore prima del naufragio, uno degli scafisti è sceso nella stiva per dire ai migranti che in poco tempo sarebbero arrivati a destinazione. "Un'ora prima della tragedia – racconta uno dei sopravvissuti ascoltati – è tornato nella stiva dicendoci di prendere i bagagli e prepararci a scendere. Il motore ha iniziato a fare tanto fumo e la gente ha iniziato a soffocare. Tutti a quel punto hanno cercato di salire su. Nella stiva saranno rimaste circa 120 persone e tra loro c'erano donne e bambini".
A quel punto alcuni degli scafisti, secondo quanto raccontato dai superstiti, avrebbero gonfiato un gommone per mettersi poi in fuga. Tra le 22.30 e le 4.10 della mattina, i migranti a bordo della Summer Love sono quindi rimasti da soli in balìa del mare. Un buco di circa sei ore prima della telefonata al 112 da un cellulare internazionale. La Procura di Crotone sta indagando proprio su quel lasso di tempo, cercando di capire se le persone a bordo potevano essere salvate. Le ipotesi di reato sono tre: omicidio colposo, naufragio colposo e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
Stando a quanto ricostruito finora, dopo la telefonata i carabinieri del Nucleo operativo e Radiomobile di Crotone, guidati dal tenente Andrea Stallone, avrebbero raggiunto subito la zona indicata nella telefonata. Gli agenti, gettandosi in acqua, sono riusciti a salvare 5 migranti. Per tanti altri però non vi è stato nulla da fare.