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Ultime notizie sulla scomparsa di Denise Pipitone

Storia di Denise Pipitone, dalla bara bianca alle tante fake news: un mistero lungo 17 anni

Il 1 settembre del 2004, 17 anni fa, spariva nel nulla la piccola Denise Pipitone, una bambina di Mazara del Vallo che all’epoca dei fatti non aveva ancora 4 anni. Denise viveva con la mamma, Piera Maggio, e con Tony Pipitone, il padre che l’ha riconosciuta. In quel paese della provincia di Trapani, da quel giorno iniziano a cercarla ovunque.
A cura di Anna Vagli
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Sono passati 17 lunghi anni da quando Denise Pipitone, quasi 4 anni, timida e bambina, improvvisamente scompare. Scompare, nella calura rovente di un giorno di settembre, quasi evaporata in quel breve tratto di marciapiede in via Domenico La Bruna. Denise viveva con la mamma, Piera Maggio, e con Tony Pipitone, il padre che l’ha riconosciuta. In quel paese sperduto in provincia di Trapani, iniziano a cercarla ovunque. Giornalisti ed inviati assediano vicoli e case spazzando via la quiete di Mazara del Vallo. Immediatamente si sollevano i vapori tossici di maldicenze ed insinuazioni, chiacchiere e sospetti. Si parla del padre biologico di Denise, Piero Pulizzi, e delle gelosie di Jessica, che di Denise è sorellastra. Nei piccoli centri, dove i singoli destini si muovono in perimetri angusti, di tutti si sa proprio tutto. E fin da subito gli inquirenti si concentrano sulla pista familiare.

La giovane Pulizzi, anche lei minorenne, viene così indagata per concorso in sequestro di persona insieme all’ex fidanzato Gaspare Ghaleb, processata ma infine assolta per insufficienza di prove. Nella difficoltà di silenziare in tutti questi anni i fantasmi del dubbio, si sono fatti strada numerosi avvistamenti. Il più verosimile di tutti quello di Felice Grieco, la guardia giurata di Milano che, il 18 ottobre 2004, riprese fuori da un istituto bancario una bambina dal nome Danas, in compagnia di una famiglia rom ed incredibilmente somigliante a Denise. Da quella segnalazione, a cascata, ne sono susseguite migliaia. Ultima in ordine di tempo quella di Olesya in Russia che, seppur rivelatasi un clamoroso buco nell’acqua, ha dato un nuovo input alla ricerca della verità. Ma, come sempre accade, non solo.

La grancassa mediatica che è scaturita dalla scomparsa di Denise ha portato con sé una quantità enorme di fake news, conferme e smentite, presunti testimoni, improbabili ricostruzioni, lettere anonime, missive rituali e simboli. Uno in particolare, negli anni, lascia sgomenti. All’epoca dei fatti, precisamente quando il titolare delle indagini era il Dott. Alberto di Pisa, una telefonata anonima fece piombare un silenzio assordante su Mazara del Vallo. Nelle campagne limitrofe venne infatti segnalata la sepoltura di una piccola bara bianca. Dalle attività di ricerca, la macabra scoperta: ritrovata vuota, piccola, da bambina. I campioni di DNA prelevati dal suo interno vennero confrontati con quello di Denise. Anche se non fu trovata corrispondenza, il Dott. Di Pisa ha sempre riferito di questo elemento come significativo, sia pur di difficile interpretazione.

Il ritrovamento della bara bianca, a cui la ex PM Angioni ha fatto nuovamente riferimento con un post di fine luglio sul suo profilo Facebook, spaccava e spacca in due lo scenario: il messaggio non scritto tra le righe poteva essere quello di smettere di cercare Denise perché la bara ne rappresentava la morte oppure era un semplice depistaggio? Perché la Dott.ssa Angioni, che ha chiesto di essere risentita per far luce sulle sue recenti dichiarazioni e per le quali risulta indagata, ha fatto ancora menzione di un simile episodio? Da questo incessante turbinio mediatico, il 3 maggio 2021, la Procura di Marsala è tornata ad indagare sul caso. E dopo 17 anni sono finiti nel registro degli indagati Anna Corona, la cui posizione all’epoca venne archiviata, e Beppe della Chiave.

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