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Stipendi troppo bassi, oltre 5000 professori universitari in sciopero: niente esami a settembre

Da oggi, 28 agosto 2017, i professori universitari stanno scioperando – rifiutandosi di esaminare gli studenti – contro il blocco degli scatti stipendiali deciso dal ministero: “Abbiamo sofferto con tutto il pubblico impiego questa situazione ma mentre al 1 gennaio 2015 hanno sbloccato per tutti, per noi è stato chiesto un ulteriore anno di blocco”.
A cura di Charlotte Matteini
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Come annunciato poche settimane fa, gli oltre 5000 professori universitari in servizio nei 79 atenei statali sparsi in tutto il territorio nazionale stanno scioperando. I docenti hanno deciso di protestare in maniera plateale contro il blocco degli scatti stipendiali relativi al quinquennio 2011-2015 rifiutandosi di esaminare gli studenti durante la sessione di settembre – ottobre. L’iniziativa, promossa dal “Movimento per la dignità della docenza universitaria”, è stata pensata e proposta dal professor Carlo Vincenzo Ferraro del Politecnico di Torino: “Il 7 giugno ci hanno chiesto delle proposte che abbiamo fatto ma sono cadute nel vuoto. La ministra in tutte le sedi parla di trattativa aperta ma in realtà non esiste alcuna negoziazione visto che non abbiamo avuto responsi”, ha spiegato Ferraro. Secondo il professore, l'atteggiamento del ministero guidato da Valeria Fedeli costituirebbe "una mancanza di volontà”. "Non serve uno sforzo finanziario tale da mandare in rovina il Paese per risolvere questa questione che non è solo economica ma di dignità. Abbiamo sofferto con tutto il pubblico impiego questa situazione ma mentre al 1 gennaio 2015 hanno sbloccato per tutti, per noi è stato chiesto un ulteriore anno di blocco. Il problema è che quei cinque anni per noi sono inesistenti: noi ci siamo addormentati nel 2010 e risvegliati nel 2015 buttando all’aria cinque anni di professionalità come se non avessimo lavorato. Questo è un danno per la nostra pensione ma anche per i giovani ricercatori”, ha proseguito il docente universitario.

Da questa mattina, dunque, i docenti universitari si stanno astenendo dal tenere il primo appello d'esame programmato nella sessione tra il 28 agosto e 31 ottobre. La protesta dovrebbe durare 24 ore circa e tutti gli esami che avrebbero dovuto svolgersi oggi verranno rimandati all'appello successivo. Una sola ed esclusiva concessione: nel caso in cui lo sciopero dovesse impedire ad uno studente di laurearsi, i professori hanno dichiarato di essere disposti a fare un secondo appello qualche giorno dopo, sempre che l’ateneo lo autorizzi. Stando ai primi dati diffusi, le adesioni alla protesta sarebbero molteplici: a Pisa sono 264 i docenti che sciopereranno, a Bologna 213, a Bari 162, a Firenze 120, a Genova 118, a Siena 96, 90 a Catania e Torino e 86 a Salerno: “Chiediamo un provvedimento legislativo dove le classi e gli scatti stipendiali bloccati dal 2011 al 2015 vengano sbloccati dal 1 gennaio 2015 anziché come attualmente dal 1 gennaio 2016. Inoltre vogliamo che il quadriennio 2011-2014 sia riconosciuto ai fini giuridici con conseguenti effetti economici solo a partire dallo sblocco delle classi e degli scatti dal 1 gennaio 2015”, hanno spiegato tre dei quattro promotori della protesta, Carmela Cappelli, Carla Cuomo e Paolo D’Achille.

"Questo sciopero era stato indetto già per il febbraio scorso quando ancora c’era il governo Renzi. Dopo il referendum abbiamo sospeso la nostra iniziativa in attesa della nomina della nuova ministra. Valeria Fedeli contrariamente a Stefania Giannini – che non ci ha mai risposto – ci ha ricevuto nel mese di marzo impegnandosi a dare qualche risposta entro due mesi, ma quel riscontro non è mai arrivato. A maggio, dunque, abbiamo proclamato lo sciopero. La Commissione di Garanzia ci ha convocati in luglio: a quel tavolo c’era anche un delegato del ministero che ha precisato che non si considerava chiusa la trattativa. Di fronte a questa disponibilità siamo stati invitati a trovare un accordo. Il presidente della Commissione di Garanzia ha scritto alla ministra ma non abbiamo più ricevuto alcun riscontro da viale Trastevere. Non ci resta che scioperare”.

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