Stephen e Chris, gli eroi di Manchester: senza casa, ma con un cuore grande
Stephen Jones ha 35 anni e la Manchester Arena, luogo dell'ultimo attacco terroristico, è casa sua. Meglio: i marciapiedi lungo quella strada sono il luogo in cui Stephen, insieme ad altri senza tetto, dorme tutte le notti. Da quelle parti dorme anche Chris Parker. Homeless, come li chiamano da queste parti, per sintetizzare in una parola la sua povertà. Disperati direbbe il luogo comune. Eppure Stephen e Chris sono stati primi a intervenire dopo l'esplosione per prestare soccorso.
"Abbiamo pensato che fossero dei fuochi d'artificio", ha raccontato Jones all CBS, "poi quando abbiamo visto tutti correre lasciando il sangue sulle scale e abbiamo visto le vittime a terra abbiamo capito quello che stava accadendo". E così, seguendo il suo istinto, si è precipitato all'interno del palazzetto in direzione opposta alla corrente.
Stessa reazione anche per Chris Parker: "C’era gente ovunque sul pavimento. Ho visto una bambina, non aveva più le gambe. L’ho avvolta in una maglietta e le ho domandato dov’erano la mamma e il papà. Mi ha detto che il padre era al lavoro e la mamma lassù. Non riesco ancora a smettere di piangere. La parte più sconvolgente è che si trattava di un concerto per bambini".
"Se non li avessi aiutati non avrei più potuto vivere – dice Jones – non mi sarei mai perdonato se avessi lasciato soli bambini in quello stato. Siamo umani, abbiamo un cuore e abbiamo ovviamente il naturale istinto di aiutare le persone che sono in difficoltà". Così, dentro le storie di Manchester, troviamo anche questa umanissima normalizzazione di chi, anche se sull'orlo della disperazione e del niente, riesce a dare una lezione di umanità.
Per Jones è stata aperta una raccolta fondi per permettergli di trovare un alloggio che ha già doppiato l'obiettivo iniziale. Il sindaco di Manchester Andy Burnham ha promesso di donare il 15% del suo stipendio a una fondazione che si occupa di senza tetto. E ancora una volta, dentro il dolore, ci si accorge degli emarginati, dei disperati e dei fragili che davanti al dolore mostrano il cuore a forma di cuore.