Stefano Vit, il nuovo numero uno delle Frecce Tricolori: “Abbiamo limiti, ci consentono di sbagliare”

I piloti delle Frecce tricolori non sono come i piloti di Formula 1 che "si avvicinano al limite come approccio, noi fissiamo il limite e rimiamo entro il margine di sicurezza, quello che ci permette anche di sbagliare senza rischi", così racconta l'esperienza di pilota della pattuglia acrobatica italiana il nuovo comandate del Gruppo, Il tenente colonnello Stefano Vit, da questo mese al Comando della Pan . il 40enne ufficiale dell'aeronautica militare ha preso il testimone dal suo predecessore, il Tenente colonnello Gaetano Farina, lo scorso primo dicembre diventando il 24esimo comandante della Pan. Un sogno che si avvera per lui che fin da piccolo ha desiderato volare coniugando pi il desiderio con quello di diventare un militare. "Il mio sogno era di diventare militare prima di tutto, poi quando ho scoperto che si poteva fare il militare e il pilota assieme ho pensato che coniugare le due cose fosse il top" ha confessato Vit al Corriere della Sera.

Nel suo lavoro però c'è poco da sognare è molto da lavorare con continui briefing e voli di addestramento quotidiani senza sosta. "Di adrenalina e di paura nel nostro lavoro non c’è traccia. Quello che facciamo è un percorso di crescita graduale. Si inizia dalle cose semplici e man mano si aumenta il livello di difficoltà" ha raccontato Vit che prima di diventare il comandante ha fatto tutta la trafila nelle Frecce Tricolori. Il Tenente colonnello Stefano Vit, nuovo Pony 0 così come viene definito il comandante, infatti è entrato nella Pattuglia acrobatica nel 2012 e vanta ormai oltre 3mila ore di volo. Ha ricoperto prima il ruolo di Pony 9 (fanalino), poi Pony 8 (terzo gregario destro), Pony 5 (secondo gregario destro), Pony 3 (Primo gregario destro) e, infine, Pony 1 (Capoformazione).

Ora il suo ruolo sarà quello di affrontare le nuove sfide che la Pan si accinge a sostenere tra cui il cambio dei velivoli Mb-339 "per il quale siamo in attesa di conoscere le esatte tempistiche" ma anche "una riduzione delle risorse umane ed economiche che a causa del processo di adeguamento a nuove normative porta a un carico di lavoro in continua crescita". "Il mio obiettivo sarà quello di migliorare l’ambiente lavorativo e ridurre lo stress quando i ritmi diventeranno incalzanti", fondamentale «sarà il dialogo per creare le condizioni affinché quella parola in più per dare supporto nei momenti più difficili esca sempre spontaneamente quando serve stimolando il sistema meritocratico che valorizza la persona" ha spiegato Vit