Stefano Cucchi, altri tre carabinieri a processo per falso e depistaggio: “Hanno mentito”
Altri tre carabinieri sono finiti a processo per il caso Stefano Cucchi, il giovane morto nell'ottobre del 2009 all'ospedale Pertini, ad una settimana dal suo arresto a seguito di percosse ricevute mentre era in custodia. Si tratta di due sottufficiali e un ufficiale dell’Arma, all’epoca dei fatti in servizio a Roma. Per loro le accuse a vario titolo sono di falso e depistaggio in merito ai loro racconti durante il processo sui depistaggi su quanto accaduto a Stefano Cucchi.
Le accuse della Procura riguardano Maurizio Bertolino, all'epoca dei fatti maresciallo presso la stazione di Tor Sapienza, Fortunato Prospero, all'epoca capitano e comandante della sezione infortunistica e polizia giudiziaria presso il nucleo Radio Mobile di Roma e il collega di quest'ultimo Giuseppe Perri, all'epoca dei fatti maresciallo. I tre sono stati rinviati a giudizio dal Giudice per le indagini preliminari che ha accolto la richiesta dell’accusa avanzata dopo la conclusione delle indagini nell’ottobre scorso.
Ai tre militari i pm romani contestano, a seconda delle posizioni, i reati di depistaggio per quanto affermato durante le indagini e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici durante il procedimento, il cosiddetto processo Cucchi-terin sono stai poi condannati otto carabinieri. La prima udienza del processo è sta fissata al prossimo 25 settembre.
Secondo il pm Giovanni Musarò, gli imputati avrebbero "ostacolato" e "sviato" le indagini. In particolare, stando all’accusa, Bertolino avrebbe detto di non sapere nulla dell'esistenza di un raccoglitore con atti relativi al caso Cucchi la cui presenza invece gli sarebbe stata confermata da un collega. In aula poi aveva ammesso di essere a conoscenza del dossier ma avrebbe falsamente affermato di aver comunicato tutto ai suoi superiori. Il capitano invece è accusato di aver scritto il falso nel ‘Memoriale di servizio' del 2 novembre 2018 indicando che un maresciallo e un vice brigadiere del suo reparto, erano impegnati in altri servizi esterni.
Nel procedimento il ministero della Difesa è responsabile civile mentre si sono costituti parti civili Riccardo Casamassima, uno dei testimoni chiave del caso Stefano Cucchi, e i tre agenti della penitenziaria, finiti sul banco degli imputati nel primo processo e poi assolti in via definitiva.
Durante le indagini la sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, aveva dichiarato: “Ancora sottufficiali ed ufficiali imputati. Ora sono una donna delle istituzioni e cresce ancor di più in me lo sconcerto e la rabbia per il vilipendio alla divisa dell’Arma fatto da chi si ostina ad interpretare in questo modo lo spirito di corpo vedendo la Magistratura come un nemico ed ostacolandola nel suo legittimo e doveroso esercizio”.