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Stavano per uccidere imprenditore che aveva denunciato il pizzo: Blitz antimafia e 29 arresti in Sicilia

L’operazione antimafia denominata “Mondo opposto”, condotta dai carabinieri e coordinata dalla DDa di Caltanissetta, ha smantellato la presunta famiglia mafiosa di Niscemi. Il gruppo aveva organizzato e stava per eseguire l’omicidio di un imprenditore che aveva denunciato il pizzo anni fa.
A cura di Antonio Palma
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Diversi anni fa aveva detto no al pizzo imposto dai clan mafiosi della provincia di Caltanissetta e aveva denunciato tutto alle forze dell’ordine. Per questo un imprenditore siciliano era finito nel mirino delle famiglie mafiose di Niscemi che avevano già progettato nei dettagli il suo assassinio e ormai stavano per eseguire la sentenza di morte. È quanto è emerso dalle indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, che nelle scorse ore ha portato all’arresto di 29 persone.

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Il maxi blitz anti-mafia dei carabinieri è iniziato all’alba di oggi, giovedì 21 dicembre, e ha portato all’arresto di 29 persone ritenute a vario titolo di aver fatto parte della famiglia mafiosa di Niscemi. Per tutti loro è scattata un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta della stessa Dda di Caltanissetta. Gli indagati sono accusati di vari reati contro la persona e contro il patrimonio e di detenzione di armi da sparo.

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Come sottolineano i carabinieri, proprio nell’ambito dell’inchiesta, denominata “Mondo opposto”, è stato bloccato l’omicidio dell’imprenditore preso di mira per la sua denuncia anti pizzo. L’assassino stava quasi per essere eseguito quando è stato bloccato grazie anche al monitoraggio dei soggetti indagati da parte dei carabinieri

L’inchiesta e il blitz, secondo gli inquirenti, hanno disarticolato la famiglia mafiosa di Niscemi, incastrando membri di spicco del gruppo criminale attivo da tempo sul territorio con plurimi comportamenti delittuosi. L’inchiesta in particolare ha fatto emergere che il gruppo si era riattivato nel cuore della Sicilia nonostante arresti e processi del passato, tornando a taglieggiare il tessuto imprenditoriale e a riattivare commerci illegali. Il tutto con il ritorno a metodi violenti come ad esempio l’omicidio per vendetta contro l’imprenditore che in anni passati aveva denunciato il tentativo di estorsione.

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