Stamina, sequestrate le cellule agli Spedali Civili. Bloccate le infusioni a una bambina

La controversa vicenda del metodo Stamina si arricchisce di un nuovo capitolo. I Nas di Torino hanno sequestrato stamattina le cellule staminali destinate alle infusioni del metodo presso gli Spedali Civili di Brescia. Le cellule avrebbero dovute essere somministrate a una bambina malata di Sma. Marino Andolina, vice presidente di Stamina Foundation, ha scritto: "Il direttore generale degli Spedali Civili di Brescia Belleri ha telefonato personalmente al papà di Noemi per avvisare che non sarà fatta l’infusione perché i Nas di Torino hanno sequestrato le cellule staminali". Anche Davide Vannoni, ideatore del metodo, ha twittato: "Mai visto un conflitto così tra poteri dello stato".
Secondo quanto si è appreso il sequestro sarebbe stato disposto per interrompere la prosecuzione di "attività delittuose". Il provedimento, richiesto dal pubblico ministero Raffaele Guariniello, affida al direttore degli Spedali Civili di Brescia la custodia delle cellule e delle attrezzature. A subire le infusioni con il controverso metodo Stamina sarebbe dovuta essere Noemi Sciaretta, che avrebbe dovuto riprendere la terapia in seguito a un'ordinanza del Tribunale de L'Aquila. Marino Andolina ha commentato polemicamente: "Le infusioni sono bloccate. Sembra che ormai sia reato ottemperare alle sentenze dei tribunali".
Durissimo anche il padre di Noemi, che si è detto inorridito per la decisione della Procura di Torino. Il provvedimento "blocca la cura per mia figlia. Dicono che nel provvedimento si legge che il fine è impedire la prosecuzione di una attività delittuosa. Delittuoso per me è violare le scelte di un individuo orfano di cure. E sono riusciti alla grande a impedire a Noemi di curarsi". L'uomo ha proseguito: "Stavamo partendo in vista del ricovero di Noemi domani. Sono riusciti nel loro intento, mentre la legge ci aveva dato ragione. Ci si mobilita per la Sla, mentre il malato di Sma è lasciato solo. Se qualcuno può aiutarci, lo faccia". "La Sma, atrofia muscolare spinale – spiega nello sconforto il padre di Noemi – è sorella della Sla. È una malattia degenerativa e Noemi la sta vivendo in tutte le sue fasi. È ventilata 12 ore al giorno e ormai questo non basta più. Non è previsto personale che possa assistere i nostri figli, noi rischiamo di perdere il lavoro, vogliamo solo curarli, chiediamo un’alternativa".