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Stamina, nel 2011 Aifa non pose ostacoli agli Spedali di Brescia

Una lettera dell’Agenzia italiana del Farmaco agli Spedali di Brescia comunicava, nel 2011, che “non c’erano ragioni ostative al trattamento Stamina”: è quanto ha detto in Senato il presidente del comitato etico affermando che l’uso della terapia non era stata autorizzata prima della missiva Aifa.
A cura di S. P.
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Nuovi dettagli sul caso Stamina sono emersi nell'aula del Senato. Durante un’audizione in commissione Sanità, il presidente del comitato etico degli Spedali di Brescia Francesco De Ferrari ha spiegato che nel 2011 l’Aifa non pose ostacoli al trattamento Stamina. De Ferrari ha detto che il primo agosto 2011 una lettera dell’Agenzia italiana del Farmaco agli Spedali di Brescia comunicava “che non c’erano ragioni ostative al trattamento Stamina” e così il comitato, che prima non aveva autorizzato l’uso della terapia, cambiò idea. Il 5 luglio 2011, ha spiegato De Ferrari, “il comitato etico si pronunciò e ritenne di non autorizzare l'uso della terapia cellulare Stamina, ribadendo che bisognava ricorrere alla produzione cellulare secondo le modalità Gmp, come già detto dall'Aifa”. In quella data dunque, il comitato disse no all'azienda ospedaliera. In seguito, il  29 luglio 2011, fu inviata una richiesta al dottor Tomino dell'Agenzia italiana del farmaco, dicendo che l'azienda riteneva di poter operare e chiedendo un parere per sapere se c'erano elementi ostativi a procedere con il trattamento Stamina.

Nei primi dodici casi nessun effetto avverso – Il primo agosto arrivò la risposta in cui si diceva, appunto, che il trattamento Stamina rientrava nella classificazione di “uso non ripetitivo” e si comunicava che non si vedevano ragioni ostative al trattamento. A questo punto, ha spiegato De Ferrari, “sulla scorta della missiva dell'Aifa abbiamo cambiato idea, ma appunto sulla base del fatto che l'Aifa evidenziava che non c'erano condizioni ostative”. Carmen Terraroli, del comitato etico degli Spedali Civili di Brescia, ha inoltre aggiunto in Senato che sui primi 12 pazienti curati con Stamina non sono stati evidenziati eventi avversi. I primi dodici pazienti trattati con il metodo Stamina presso gli Spedali civili di Bescia “erano stati regolarmente ricoverati e avevano ciascuno una cartella clinica completa, nella quale erano indicati tutti i passaggi della terapie. Erano riportate anche le etichette dei prodotti infusi e gli eventuali eventi avversi o effetti collaterali che, però, non si sono verificati. Noi non ne abbiamo registrati”: così Terraroli che ha aggiunto che in ogni caso “non si può assolutamente dire che la terapia sia efficace”.

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