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Stamina, chiusa inchiesta a Torino: Davide Vannoni tra gli indagati

L’inventore del controverso metodo di cura, è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata dall’essere in danno al servizio sanitario nazionale, somministrazione pericolosa di farmaci, esercizio abusivo della professione medica e altri reati.
A cura di Susanna Picone
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È stata chiusa questa mattina l’inchiesta aperta dalla Procura di Torino sul caso Stamina. Davide Vannoni, l’inventore del controverso metodo di cura, risulta indagato insieme a una ventina di persone. Le notifiche agli avvocati difensori sono in corso da pochi minuti. Il rituale avviso di chiusura indagine prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Gli indagati avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o per presentare memoriali difensivi o altri documenti.  Da quanto si apprende, Vannoni è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata dall'essere in danno al servizio sanitario nazionale, oltre a somministrazione pericolosa di farmaci, esercizio abusivo della professione medica, e ancora altri reati minori.

Accertamenti agli Spedali Civili di Brescia – Tra gli altri indagati nell’inchiesta Stamina compaiono Gianfranco Merizzi, industriale e presidente dell'azienda farmaceutica Medestea, e un componente dell’Aifa, l’Associazione italiana del farmaco. Coinvolto anche il vice di Vannoni, Marino Andolina, e neurologi, biologi e medici degli Spedali di Brescia. L'inchiesta si era già formalmente conclusa nel 2012 ma successivamente Guariniello aveva continuato gli accertamenti estendendoli intorno agli Spedali Civili di Brescia, dove veniva praticato il metodo Stamina. Una cura che ora risulta sospesa, come recentemente annunciato dal commissario straordinario dell'azienda ospedaliera, Ezio Belleri, in audizione al Senato.

Le accuse e il commento della Lorenzin – Non solo non ci sono stati miglioramenti nella salute dei pazienti sottoposti alla cura Stamina ma si sono “verificati eventi avversi in un numero significativo” di essi: è quanto si legge nell'avviso di chiusura indagini messo a punto dalla procura di Torino. Sono 101 i casi di pazienti trattati con il metodo Stamina, ricostruiti dalla procura e dai carabinieri del Nas. Nell'avviso di chiusura indagini si espongono i “rischi” per la salute cui sarebbero stati sottoposti. Nella stessa posizione ci sono anche i 37 donatori individuati dagli inquirenti. Tra le accuse – ne risponde in particolare Marino Andolina – ci sono anche le minacce ai genitori di una piccola paziente. Vannoni e i suoi presunti complici – si legge nel corposo capo d'imputazione – “facendo credere falsamente” ai pazienti e ai familiari che “vi erano elevate possibilità di guarigione dalla loro malattia a seguito del trattamento con cellule staminali e che le persone non sottoposte a tale trattamento sarebbero incorse in un serio pericolo di vita”, induceva un clima di tensione sociale mediante “conferenze, scritte, scritti e anche manifestazioni pesantemente critiche” verso il Capo dello Stato, il presidente del Consiglio, il ministro della Salute. “Non sono molto stupita, vedremo l'esito del processo. È una vicenda che ha tenuto l'Italia con il fiato sospeso e me con molte preoccupazioni e ansie. L'importante è che ne esca chiarezza, perché qui le vittime sono le migliaia di persone che hanno creduto di poter avere una cura”, questo il commento a caldo del ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

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