video suggerito
video suggerito

Stamina, il vice di Vannoni: “Abbiamo curato prima i raccomandati”

Lo ha detto a Presadiretta Marino Andolina, vicepresidente di Stamina Foundation: “A Brescia c’era interesse di importanti personaggi della Regione e dell’ospedale di vedere curati se stessi e i propri congiunti, abbiamo perciò deciso di curare prima i raccomandati, così poi saremmo riusciti a far entrare i nostri bambini”.
A cura di D. F.
172 CONDIVISIONI
Immagine

A mano a mano che trascorrono i giorni stanno venendo al pettine tutti i nodi più scabrosi dell'affaire Stamina. Dopo l'apertura di un'inchiesta della magistratura, e dopo la bocciatura del metodo da parte della rivista Nature, il vice presidente di Stamina Foundation Marino Andolina – intervistato da Presadiretta – racconta: "A Brescia c'era interesse di importanti personaggi della Regione e dell'ospedale di vedere curati se stessi e i propri congiunti, abbiamo perciò deciso di curare prima i raccomandati, così poi saremmo riusciti a far entrare i nostri bambini". E ancora: "Un dirigente della Regione Lombardia aveva un problema, una malattia neurologica progressiva. Ha pensato che potevamo curarlo e ha favorito l'ingresso del nostro metodo negli Spedali di Brescia. Anche i dirigenti locali avevano qualche fratello, cognato o marito da curare, col morbo di Parkinson", ha affermato Andolina durante la trasmissione che verrà mandata in onda domani su Rai .

Riccardo Iacona, conduttore della trasmissione, ha anche intervistato il Ministro della Salute Lorenzin: "Se fosse vero che Vannoni e i suoi ci hanno dato un protocollo diverso da quello utilizzato a Brescia ci sarebbero gli elementi per una truffa allo Stato. Sarebbe un atto gravissimo che tradisce il Parlamento. È più che grave, è inaccettabile. È una presa in giro nei confronti di tutto il popolo italiano contro la quale ci rivarremo sicuramente". Per il ministro è grave che il trattamento Stamina sia entrato dentro gli Spedali di Brescia: "Come è possibile che un metodo che non sia stato né brevettato né sperimentato sia potuto entrare in una struttura pubblica italiana? Anche su questo dovremo fare chiarezza. La televisione italiana ha una responsabilità grandissima in questa vicenda. L'informazione entra nelle case della gente e dovrebbe essere sempre corretta, tanto più quando si tratta di salute. Si possono generare speranze, illusioni. I media hanno una responsabilità enorme e devono fare una seria riflessione. Non si può pensare solo allo share".

172 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views