Stamina, anche la Georgia ferma le infusioni di Vannoni: “Attività illegale”
Nonostante la condanna a un anno e dieci mesi di carcere in patteggiamento per associazione a delinquere, esercizio abusivo della professione medica e somministrazione di farmaci difettosi, con pena sospesa in condizionale a patto che Davide Vannoni non effettuasse più alcun tipo di somministrazione del metodo Stamina né in Italia né in alcun altro posto del mondo, inferta dal tribunale di Torino nel marzo 2015, il professore torinese aveva impunemente continuato a esercitare la professione medica con una scappatoia, in Georgia. Scoperto pochi mesi fa da alcuni giornalisti, per molte settimane Vannoni ha proseguito con l'attività illecita in un Paese al di fuori dell'Unione europea, somministrando le infusioni di stamina a vari pazienti, anche italiani, accorsi nella sua clinica georgiana in cerca di una cura, che però cura a tutti gli effetti non è, così come sancito dal tribunale e dall'intera comunità scientifica internazionale.
Adesso però anche la Georgia ha provveduto a bloccare Davide Vannoni, imponendogli uno stop alla somministrazione di Stamina. Stando a un documento inedito in possesso del quotidiano La Stampa, Vannoni avrebbe però proseguito l'attività nonostante la condanna sottoscrivendo una sorta di accordo tra la sua Big Tech e la clinica Mardelashvili di Tiblisi, luogo in cui arrivavano pazienti e donatori da tutto il mondo per sottoporsi a prelievi di cellule staminali e infusioni.
In una recente inchiesta condotta da La7, Andrea Zicchieri, 52enne originario di Terracina e da quattro anni malato di Sclerosi laterale amiotrofica, dichiarò di essersi recato a Tbilisi per sottoporsi al trattamento Stamina, effettuato due volte nel mese di luglio e un'ultima volta lo scorso settembre. Zicchieri raccontò inoltre di aver raggiunto Vannoni via Facebook e sempre attraverso Facebook di essersi accordato con lui, fissando gli incontri in Georgia e di aver pagato, per un ciclo da 3 infusioni totali, in tutto 18mila euro. Zicchieri ha inoltre sostenuto che le infusioni di Stamina non avrebbero affatto giovato alla sua condizione e, anzi, in altri casi, con altri pazienti, avrebbero contribuito ad aggravare la situazione.
Così, una volta scoperto il proseguio dell'attività illecità, le autorità georgiane si sono prodigate per bloccare Vannoni e con una lettera datata 3 dicembre 2016 la State regulation Agency for medical activities “ha intimato alla società Big Tech srl la sospensione della sua attività presso la clinica Mardelashivili Centre in quanto considerata illegale”. Vannoni, spiegano le autorità georgiane, non avrebbe mai richiesto alcuna autorizzazione per operare nel Paese, sottolineando che non avrebbe mai potuto farlo in quanto non in possesso degli adeguati titoli. In Georgia, inoltre, “il prelievo e la conservazione di cellule staminali somatiche sono consentiti, mentre è illegale il loro trattamento ed uso a fini terapeutici”. Attualmente la Procura di Torino ha aperto un’inchiesta che potrebbe rimettere in discussione il patteggiamento del marzo 2015 e la relativa sospensione della condanna per associazione e delinquere.