Stalker arrestata a Piacenza: aveva in auto martelli e acido e in casa un quaderno dei nemici con le vittime
Una donna è stata sottoposta alla misura cautelare degli arresti domiciliari dalla polizia di Stato di Piacenza: è indagata per atti persecutori, possesso di oggetti atti ad offendere e calunnia. Nel suo mirino, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, c’era una giovane coppia del posto, tra l’altro da poco genitori: li perseguitava dal 2024 per screzi occorsi con alcuni parenti dell’uomo ben più di vent’anni fa.
La cosa forse più inquietante è che a casa della donna è stato trovato un vero e proprio quaderno “dei nemici”, in auto oggetti vari come due martelli, un coltello, una scatola di fiammiferi, un accendino e anche una confezione di prodotto disgorgante contenente acido chimico. È emerso anche che in passato l’indagata aveva minacciato un’altra vittima di utilizzare l’acido nei confronti del figlio.
A quanto emerso, gli atti persecutori ai danni di questa coppia venivano commessi principalmente a mezzo telefonico, utilizzando un’utenza fittiziamente intestata a un prestanome. I due giovani genitori vivevano un incubo: si sentivano costantemente seguiti da qualcuno che li osservava, erano continuamente minacciati, ricevevano foto scattate nei pressi di casa loro. E per loro non esisteva alcuna spiegazione razionale per quanto stava accadendo.
Quando hanno capito che dietro quelle minacce poteva esserci quella donna, loro lontana conoscente, hanno sporto denuncia. A quel punto è scattata la perquisizione nei confronti della donna, con la polizia che ha rinvenuto i vari oggetti pericolosi nella sua auto, compresa l’utenza con la quale commetteva gli atti persecutori. E a casa sua c’era invece il quaderno denominato “Elenco dei nemici” che conteneva, tra gli altri, le foto dell’uomo vittima delle persecuzioni nonché una foto scattata al cortile interno della Questura da un balcone limitrofo, struttura verso la quale la donna proverebbe astio per un’altra indagine per minacce aggravate ai danni di altra persona. Per quell’episodio, era stata da poco condannata in via definitiva.
Quando la donna ha saputo dell’indagine a suo carico ha anche presentato una calunniosa denuncia nei confronti della principale vittima di atti persecutori, forse nel tentativo di sviare le indagini.