Staccano la corrente per rubare rame: strage di polli nell’allevamento Fileni per mancanza di aria
Centinaia di migliaia di polli sono morti asfissiati nell’allevamento Fileni di Jesi, in provincia di Ancona, dopo che una banda di ladri specializzati ha staccato la corrente a uno degli impianti dello stabilimento con lo scopo di rubare il rame dei cavi elettrici senza rimanere folgorati. L’episodio, sul quale indagano ora i carabinieri della Compagnia di Jesi, risale a una ventina di giorni fa ma per ora i responsabili sono ancora liberi.
Secondo una prima stima dei danni, almeno 240mila animali sarebbero morti per mancanza di aria prima che l’impianto di areazione fosse ripristinato. Come ha ricostruito il Corriere Adriatico, i ladri hanno agito nottetempo prendendo di mira lo stabilimento dell’azienda avicola tra i principali produttori di carni di pollo in Italia.
Il gruppo probabilmente era specializzato in simili furti e ha agito con cura, sintomo che il colpo era studiato e programmato da tempo. Per rubare il rame avrebbero tolto l’energia elettrica in uno dei 16 capannoni, interrompendo però così il funzionamento dell’impianto di areazione e di ossigenazione della struttura dove vengono allevati i polli da macellare. In questo modo l’aria è venuta a mancare e gli animai sono morti. Preso di mira anche un secondo capannone ma vuoto.
Il colpo non è nemmeno riuscito del tutto perché, dopo aver rubato alcuni cavi, i malviventi avrebbero interrotto le operazioni, probabilmente disturbati da qualcosa o da qualcuno, e si sono dati alla fuga. Il danno però ormai era fatto e per i polli non c'è stato niente da fare. Quando il furto è stato scoperto dalla sicurezza della struttura, infatti, i danni non hanno permesso di riaccendere subito l’impianto che è stato riattivato solo dopo le riparazioni elettriche.
All’azienda non è rimasto altro da fare che denunciare i fatti ai carabinieri. I militari dell’Arma hanno avviato le indagini del caso per cercare di risalire ai responsabili. In particolare ci si sta concentrando sui video delle telecamere di sorveglianza dell’impianto e della zona ma anche negli ambienti del mercato illegale del cosiddetto oro rosso, il rame illegale.