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Spopola l’Itanglese: ecco le parole inglesi più importate nella lingua italiana

L’agenzia di traduzioni Agostini Associati ha condotto un’indagine sul fenomeno dell’uso e importazione di termini inglesi all’interno della lingua italiana da parte delle aziende. I tre termini più utilizzati quest’anno? Tablet, call e store.
A cura di S. P.
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“L’importazione massiva di anglicismi cresce rapidamente alla velocità della diffusione delle tecnologie digitali; di questo passo tra 15 anni parleremo tutti il nuovo idioma itanglese, ovvero l’abbinamento di poco italiano e tanto inglese. Tra i termini preferiti nel 2013 si conferma per il quarto anno la crescita di parole legate alle nuove tecnologie informatiche, con alcune novità come Store (chiudono i negozi, ma aprono gli “store”), Revenue (non ci bastano i termini ricavi e fatturato?) e Slide (qui non c’entra la presentazione di lancio del governo Renzi)”: è quanto afferma Ale Agostini, socio dell’agenzia di traduzioni  Agostini Associati che, per il quarto anno, ha condotto un’indagine sul fenomeno dell’uso e importazione di termini inglesi nella lingua italiana scritta da parte delle aziende. La nuova rilevazione evidenzia una nuova crescita del 440% degli anglicismi. È emerso che i tre termini inglesi più utilizzati in azienda quest’anno sono stati Tablet, Call e Store. Ma nella top ten troviamo anche Smartphone, Revenue, Look, Cloud, Concept e Slide.

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A questi termini inglesi sono state associate anche le traduzioni in italiano, “nella speranza di tornare a usare l’italiano anche per cose banali dove abbiamo importato inutilmente gli anglicismi”. La nuova indagine è stata presentata in anteprima sabato 10 maggio dal Massimo Arcangeli, partner scientifico della Agostini Associati, durante il Festival madrelingua di Roma: secondo Arcangeli, che nei prossimi mesi misurerà il grado di comprensione di alcuni  termini ed espressioni inglesi in un campione di parlanti italiani, “certo risibile ed esasperato filoangloamericanismo va guardato con sospetto. Lanciare anatemi, bandire crociate, attestarsi su indifendibili posizioni di retroguardia contro l'invasore inglese è un conto, denunciare l'abbondante superamento del livello di guardia della sua presenza è ben diversa faccenda". A suo dire si è superato il limite per cui "lo snobismo esterofilo favorito dalla congiuntura politica" è divenuto in certi settori insopportabile.

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