Spinse in mare un uomo e ne causò la morte: 15enne condannato a 2 anni e 4 mesi
Al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato il Tribunale per i Minorenni di Bari ha condannato alla pena complessiva di 2 anni e 4 mesi di reclusione (pena sospesa) il ragazzo di 15 anni coinvolto nel processo sulla morte del 77enne Giuseppe Di Bello, spinto il 2 maggio 2017 da una scogliera a nord di Monopoli (Bari) insieme con l'amico 75enne Gesumino Aversa, fortunatamente sopravvissuto alla caduta in mare. Il giudice, in particolare, ha quantificato in 4 mesi di reclusione la condanna per l'omissione di soccorso dell'anziano e in altri 2 anni quella per spaccio di droga. In un primo momento il giovane, difeso dall'avvocato Giuseppe Carbonara, era stato arrestato per omicidio preterintenzionale ma fu scarcerato due settimane dopo perché dalle indagini emerse che non era stato lui a spingere gli anziani ma un amico 17enne (il quale ha confessato ed è stato ammesso alla messa alla prova in una comunità). Il 15enne è detenuto per un'altra vicenda relativa a presunte estorsioni ai danni di coetanei ai quali avrebbe imposto l'acquisto di droga e, quando non riuscivano a pagare,avrebbe chiesto di rubare gioielli in casa.
Dibello è stato ucciso il 2 maggio scorso: come si ricorderà l'uomo si trovava sugli scogli insieme a un amico coetaneo quando è stato avvicinato da ragazzi che – agli inquirenti – raccontarono di aver voluto fare agli anziani uno scherzo. Ne nacque una discussione durante la quale i due anziani vennero scaraventati in mare dalla scogliera. Dibello è deceduto quasi sul colpo, dopo un volo di un paio di metri, e dopo aver urtato il corpo sulle rocce. L'amico, invece, venne soccorso da alcuni ragazzi che sostavano nelle vicinanze della scogliera, mentre il suo amico fu ripescato già morto da lui stesso e da un gruppo di persone che passeggia lungo la costa.