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Spiagge e piscine: quando possono vietare l’ingresso a borse frigo e cibo

Alcuni lidi balneari vietano l’ingresso in spiaggia a borse frigo e cibo, in alcuni casi perquisendo anche i clienti. Ma si tratta di una pratica consentita? Lo abbiamo chiesto all’avvocato Giuseppe Di Palo che ha spiegato a Fanpage.it quali sono i limiti imposti dalla legge.
A cura di Antonio Palma
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Alcuni recenti casi, denunciati pubblicamente da alcuni bagnanti, hanno portato alla ribalta l'usanza in voga in alcuni lidi balneari di vietare l'ingresso in spiaggia a borse frigo e cibo, in alcuni casi perquisendo anche i clienti. Ma si tratta di una pratica consentita? Quando si può vietare l'ingresso al cibo in spiaggia e nelle piscine? Lo abbiamo chiesto all'avvocato Giuseppe Di Palo che ha spiegato a Fanpage.it quali sono i limiti imposti dalla legge e cosa si può fare per difendersi da eventuali abusi.

Ha fatto discutere la denuncia di alcune persone fermate all’ingresso di un lido balneare perché avevano del cibo che i gestori della struttura vietano di portare in spiaggia. È una pratica consentita, quali solo i limiti?

Se parliamo di lidi balneari e di demanio pubblico, in linea generale il titolare della concessione demaniale non ha alcun potere di vietare l'acceso alla spiaggia a nessuno, neppure se questi hanno cibo portato da casa. Nella concessione non rientra la facoltà di impedire l'accesso, anzi c'è un obbligo imposto dalla legge 296 del 2006 per i titolari delle concessioni di consentire il libero acceso gratuito e il transito di tutte le persone che vogliono accedere al mare, anche attraverso la porzione di spiaggia in loro concessione. In pratica non possono impedire l'accesso a qualcuno solo perché hanno un borsa frigo e portano del cibo dall'esterno. Ci possono essere delle eccezioni ma non possono imporle i titolari delle concessioni ma solo chi ha dato la concessione e cioè Comune, Regione o Stato, che può imporre in determinate zone il divieto di consumare cibo in spiaggia per qualche ragione, magari in zone paesaggistiche.

Se c'è un divieto imposto dal Comune, il lido può bloccare chi passa con il cibo?

Nel momento in cui c'è un divieto imposto ad esempio dal Comune, in ogni caso non è il lido, il gestore o chi per lui a poterti impedire l'accesso alla spiaggia ma dovrebbe essere l'autorità competente come la Capitaneria di porto o la polizia municipale.

Avvocato Giuseppe Di Palo
Avvocato Giuseppe Di Palo

Il passaggio dunque è sempre concesso ma il titolare del lido può vietare il consumo di cibo sotto l'ombrellone?

Non bisogna confondere la libertà di accesso con la libertà di consumare ovunque in spiaggia. Può esserci nel regolamento dello stabilimento balneare la facoltà di consumare solo in determinate aree ma questo divieto dovrebbe valere per tutti, anche per quelli che acquistano al bar del lido. Una regola di questo tipo deve valere per tutti e per questo raramente esiste. In ogni caso io posso entrare con il cibo e andare a consumare altrove, come sulla battigia.

In ogni caso dunque non si può rovistare tra le borse dei bagnanti

Questo nella maniera più assoluta no. In generale la perquisizione è un'attività della polizia giudiziaria. Si tratta di soggetti che hanno il potere che gli è dato dalla legge per operare questo tipo di controllo. In alcuni casi, come ai concerti o per accedere alle piscine, che sono dei luoghi privati, sei tu a decidere se farti controllare le borse perché potrebbero in quel caso vietarti l'ingresso in quanto luoghi privati dove è possibile vietare l'acceso a cibi e bevande.

Quindi nelle piscine, che sono private, è possibile vietare l'ingresso di cibi?

Sì, anche nelle piscine dei lidi possono vietarti di consumare il cibo, fermo restando però che quel divieto deve essere scritto nel regolamento della piscina e deve valere per tutti. Deve essere una regola generale per tutti.

Cosa fare se ci si trova davanti a un gestore che impone lo stop all'ingresso di cibi  in spiaggia?

Personalmente io documenterei la cosa e andrei via perché non vale la pena rovinarsi una giornata. Per chi invece è meno conciliante, bisogna documentare comunque quanto accaduto e chiamare le forze dell'ordine come Capitaneria o carabinieri. Questo anche perché in base alla legge 296 del 2006, se mi impedisci l'accesso, commetti violenza privata che è un reato penale. Si tratta di un reato previsto per chi impedisce a qualcuno o lo obbliga a fare qualcosa contro la sua volontà. Se dunque tu mi impedisci di esercire un mio diritto come l'accesso a una spiaggia pubblica, anche se in concessione, stai commettendo un reato.

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