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Covid 19

Speranza dice che il governo non ha ancora deciso se togliere l’obbligo di mascherine al chiuso

Secondo il ministro della Salute è giusto superare la quarantena per i contatti con positivi, ma non l’isolamento per i contagiati, altrimenti la situazione si farebbe di nuovo esplosiva.
A cura di Giacomo Andreoli
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"Se eliminiamo l'isolamento per i positivi al Covid i numeri dei contagi sarebbero incontrollabili". Il ministro della Salute Roberto Speranza, intervistato a Di Martedì, detta la linea del governo: ridurre le restrizioni sì, ma eliminare qualsiasi precauzione assolutamente no. L'esponente di Articolo 1 ricorda che il Covid "non è un'influenza, ma un'epidemia serie e un virus insidioso", quindi sì all'eliminazione della quarantena per i contatti con i positivi, ma no alla fine dell'isolamento per i contagiati, perché "se sei positivo è giusto che rimani a casa per evitare di contaminare: non possiamo sottovalutare i numeri".

Per il ministro si tratta di una scelta di prudenza, in linea con quanto fanno la maggioranza degli altri Paesi europei, mentre bisogna proseguire con le terze dosi, con il booster "che ancora in tanti non hanno fatto". Speranza, poi, conferma che Draghi, contagiato dal virus, sta bene. I due si sono sentiti per gli auguri di Pasqua, con il premier che rimane al lavoro sull'agenda dell'esecutivo. Quanto alle mascherine al chiuso, che in teoria dovrebbero essere abolite a partire dal prossimo 1° maggio, secondo l'ultimo Decreto Covid, il ministro glissa, confermando che l'esecutivo potrebbe fare marcia indietro a fine mese.

"Valutiamo giorno per giorno – spiega- settimana per settimana, ma al momento le mascherine sono obbligatorie: per me poi sono e restano un presidio molto importante". Il governo, quindi, valuta l'evoluzione del virus e nel frattempo prepara la fase autunnale e quella invernale, imparando da quanto accaduto negli ultimi due anni. "Trovarci pronti in quel momento, che abbiamo visto è la fase più difficile– assicura Speranza- significherà prima di tutto proteggere i più fragili".

Questione varianti. "Negli ultimi mesi – dice il ministro – si sono succedute diverse varianti, non possiamo avere una certezza sua quale sarà quella dominante in futuro: quello che è certo è che i vaccini rimangono uno scudo importante e ora le aziende farmaceutiche stanno man mano lavorando per i vaccini più adeguati". Sulla durata della dose booster, invece, spiega che "impareremo settimana dopo settimana quando dura, sapendo che il vaccino protegge per un certo numero di mesi, ma non per sempre". Tuttavia la quarta dose rimane uno "strumento fondamentale per le persone fragili, per questo invito chi ha più di 80 anni o ha condizioni particolari di chiedere il secondo booster". In generale, però, secondo il ministro rimane credibile l'ipotesi di richiami annuali, almeno per alcuni soggetti.

Speranza poi commenta i paragoni fatti negli ultimi anni tra la lotta contro il Covid e la guerra. "Penso – argomenta– che siano due cose tremendamente diverse: contro il virus l'uomo è unito e anche solidale, se vogliamo, contro un virus. La guerra è l'uomo contro l'uomo. Io penso che non ci sia niente di più brutto". Quindi sul conflitto in Ucraina ribadisce la posizione italiana a favore di Kiev e contro Vladimir Putin, definito "aggressore". Per il ministro, poi, l'Italia può avere un ruolo molto importante per favorire un dialogo nuovo e concreto, che porti a un cessate il fuoco immediato e alla pace.

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