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Sparatoria in strada a Fermo: 33enne inseguito e colpito al volto da un proiettile

È ricoverato in gravi condizioni il 33enne raggiunto in volto da un proiettile a Fermo, nel quartiere Lido Tre Archi. Il giovane è stato rincorso da cinque uomini che gli hanno sparato in mezzo alla strada. Il gruppo è riuscito subito dopo a dileguarsi. Indagini in corso, si sospetta un collegamento con la lotta tra bande per il controllo dello spaccio nella zona.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di archivio
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È stato rincorso da un gruppo di uomini che, dopo averlo raggiunto, gli hanno sparato al volto. Ora è ricoverato in gravi condizioni il cittadino tunisino di 33 anni che nella serata di venerdì 29 settembre, intorno alle 20.30, è stato raggiunto da un proiettile in volto a Fermo, nelle Marche, nel quartiere di Lido Tre Archi.

Secondo quanto riferito dai testimoni e ricostruito dalle forze dell'ordine, il giovane sarebbe riuscito a scappare a piedi dai suoi inseguitori, che sarebbero stati cinque, da via Segni fino a via Moro. Sembra che il giovane abbia tentato di difendersi brandendo un cacciavite, ma è stato colpito da una pallottola che gli è entrata in bocca ed è uscita da una guancia, riporta Il Resto del Carlino.

Ad allertare le forze dell'ordine sarebbe stato un residente che ha assistito alla scena e chiamato il 112. Sul luogo della sparatoria sono arrivati rapidamente i soccorritori del 118 che, dopo aver dato al giovane le prime cure, lo hanno portato al pronto soccorso dell'ospedale di Fermo, dove è stato ricoverato in gravissime condizioni. Nel frattempo sono sopraggiunti anche polizia e carabinieri che hanno blindato la zona, ma il gruppo ormai si era già allontanato.

Le indagini sono in corso per prendere gli aggressori e stabilire movente e dinamica dei fatti. Gli investigatori hanno anche acquisito le immagini riprese dalle telecamere della videosorveglianza pubblica e privata nei pressi del luogo della sparatoria. Pochi giorni fa tre auto erano state date alle fiamme, un atto riconducibile alla lotta tra bande per il controllo del mercato degli stupefacenti della zona. E, tra le ipotesi al momento al vaglio di chi indaga, c'è appunto quella di un atto compiuto appunto nell'ambito dello spaccio locale da parte di gruppi di criminali di origine tunisina.

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