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Sospeso il prete positivo alla cocaina ma lui si difende: “Vivo di carità, ingerita per errore”

Il vescovo di Sulmona ha annunciato di aver deciso la sospensione per il parroco risultato positivo alla cocaina dopo un incidente stradale in provincia dell’Aquila. Il sacerdote però sostiene di non aver mai assunto volontariamente la sostanza stupefacente ma di averla ingerita per errore.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di repertorio
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Arrivano le prime conseguenze per il prete risultato positivo alla cocaina dopo un incidente stradale in provincia dell’Aquila. Il vescovo di Sulmona-Valva infatti ha annunciato di aver deciso la sospensione per don Daniel Cardenas dopo i fatti di domenica scorsa quando, a seguito di un incidente stradale in cui il prete era rimasto ferito, era emersa la sua positività alla cocaina e con un valore abbastanza alto.

Dopo l’inevitabile denuncia per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e il ritiro della patente, il prete è finito nel mirino delle gerarchie ecclesiastiche. Il Vescovo, dopo aver convocato il Collegio dei consultori, ha deciso di sospendere il prete in via precauzionale in attesa di ulteriori verifiche. L’annuncio del provvedimento canonico di monsignor Michele Fusco è arrivato sabato con la precisione che è una decisione per garantire lo stesso sacerdote

"Per tutelare la buona fama di don Daniel Arturo Cardenas, per verificare la fondatezza delle informazioni pubblicate sulla stampa e per il bene della Comunità parrocchiale di Rivisondoli e della Chiesa Diocesana, don Daniel è sospeso temporaneamente dal servizio del ministero sacerdotale dal 16 marzo 2024″ spiegano dalla diocesi di Sulmona.

Il prete, che nel frattempo è tornato nel paese di cui è parroco, Rivisondoli, partecipando anche a una celebrazione liturgica ufficiale dopo alcuni giorni di pausa, si è difeso attraverso il suo legale sostenendo di non aver mai assunto volontariamente la sostanza stupefacente ma di averla ingerita per errore.

"Il mio assistito ha rappresentato di non aver mai assunto volontariamente sostanze stupefacenti. La cocaina non può essere assunta solo con la cosiddetta sniffata. Se poi per errore l'ha ingerita è un'altra questione. Lo difenderò a spada tratta" ha spiegato il suo legale, l'avvocato Gerardo Marrocco. "No ai processi di piazza. Stiamo tornando nel medioevo", ha aggiunto il legale, secondo il quale, dopo lo schianto contro il guardrail sulla statale 17 a Pratola Peligna, in ospedale i medici hanno trovato il sacerdote lucido e vigile.

"Attualmente vivo di carità, vivo il mio ministero gratuitamente perché, senza informarmi, il vescovo dal mese di dicembre mi ha tolto dall’istituto di sostentamento del clero che assicura per noi una piccola pensione e un rimborso mensile" ha raccontato invece il diretto interessato a Il Centro, aggiungendo: "Molte volte mi sono sentito solo e poco ascoltato. Non posso accettare che la mia immagine venga infangata per un semplice incidente".

Nella cittadina aquilana però i parrocchiani sembrano spaccati sul giudizio del sacerdote. "Devi chiedere scusa. Lo dico come cittadina e cristiana” lo aveva apostrofato una fedele e lo stesso sindaco aveva chiesto al vescovo di mandare in paese un altro sacerdote perché “serve una guida stabile e certa".

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