Sorprese ladro e gli sparò, Salvini lo va a trovare in carcere: “Chiederò la grazia”
"Cercheremo di fare di tutto perché stia in galera il meno possibile, dal mio punto di vista non doveva nemmeno entrarci", così il Ministro dell'intero Matteo Salvini si è espresso oggi uscendo dal carcere di Piacenza dove ha incontrato l'imprenditore Angelo Peveri, l'uomo condannato in via definiva a quattro anni e mezzo di carcere per aver sparato a un ladro entrato in un suo cantiere senza che sussistesse la legittima difesa, come stabilito anche dalla Cassazione. Fin da primo momento Salvini si era schierato a fianco dell'imprenditore telefonandogli personalmente ma con l'arresto definito dell'uomo ora ha voluto manifestargli la sua solidarietà andandolo a trovare in carcere dicendosi pronto anche a chiedere la grazia.
"La legge che approveremo non è l'invito a nessuno a farsi giustizia, ma se io vengo aggredito o minacciato nella mia azienda, nel mio negozio, nella mia casa ho diritto di difendermi senza passare nove anni per tribunali come ha fatto Angelo Peveri. Dopo questo incontro ho la sensazione di qualcosa che non è giusto: perché che sia in galera un imprenditore che si è difeso dopo 100 furti e rapine, e invece sia a spasso un rapinatore in attesa di un risarcimento dei danni, mi dice che bisogna cambiare presto e bene le leggi" ha dichiarato Salvini, aggiungendo: "Angelo Peveri trascorrerà ingiustamente la sua terza notte in carcere lontano dalla famiglia, il rapinatore invece è fuori con il portafogli pieno. Se servirà andrò anche dal presidente della Repubblica per Angelo Peveri".
I fatti contestati a Peveri risalgono all'ottobre del 2001 quando u gruppo di ladri entrò in un cantiere dell'imprenditore facendo scattare l'allarme. Sul posto accorse proprio Peveri armato con un fucile a pompa col quale sparò tre colpi ferendo uno dei ladri in fuga a un braccio. L'episodio però poco dopo si fece ancora più drammatico quando l'imprenditore e un suo operaio catturarono uno dei ladri che era tornato nella zona per recuperare la sua auto, e lo immobilizzarono. Secondo l'accusa il ladro fu fatto inginocchiare e picchiato, infine sarebbe stato esploso un colpo di fucile da distanza ravvicinata per spaventarlo. Elementi che hanno spinto i giudizi a stabilire che non fu affatto legittima difesa ma un tentativo di omicidio.