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Alessia e Giulia travolte da un treno a Riccione

Sorelle travolte da treno, il dolore del padre: “Le accompagnavo sempre io, quella sera stavo male”

Il padre di Alessia e Giulia, le due sorelle travolte e uccise domenica mattina da un treno alla stazione di Riccione, non si dà pace: “Non me la sono sentita di guidare. Le mie figlie ci tenevano ad andare alla festa in discoteca, così ho detto: ma sì, per una volta potete prendere il treno da sole”.
A cura di Susanna Picone
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"Non me la sono sentita di guidare. Le mie figlie ci tenevano ad andare alla festa in discoteca, così ho detto: ma sì, per una volta potete prendere il treno da sole”: non si dà pace Vittorio Pisanu, il padre di Alessia e Giulia, le due sorelle travolte e uccise domenica mattina da un treno alla stazione di Riccione.

"Avrei dovuto portarle io in auto in riviera", ha detto l’uomo al sindaco di Castenaso, comune del Bolognese dove la famiglia risiede, “ma non mi sentivo bene, così le ho fatte andare in treno”. Pochi minuti prima della tragedia il genitore aveva anche ricevuto una telefonata da parte delle figlie: dicevano che stavano per tornare a casa. "Erano la mia vita, lavoravo per loro”, la frase che Vittorio continua a ripetere in queste ore, ricostruiscono i quotidiani locali.

Le due sorelle Alessia e Giulia avrebbero trascorso sui binari della stazione e di Riccione 12 secondi prima di essere travolte dal Frecciarossa in transito verso Milano. Questa a ricostruzione pubblicata dal Resto del Carlino che ripercorre le ultime ore di vita delle due ragazze. Entrambe, secondo quanto emerso, avevano passato la serata in discoteca, al Peter Pan. Una di loro aveva subito il furto della borsetta e del telefonino ed era stato un ragazzo ad accompagnarle in stazione per tornare a casa. “Vogliamo chiamare papà per dirgli che stiamo bene e stiamo tornando”, avrebbe detto Alessia a quel ragazzo che le stava accompagnando.

Il treno dopo l'incidente (Facebook)
Il treno dopo l'incidente (Facebook)

Altri testimoni hanno raccontato di averle viste barcollare in stazione, e che a un certo punto la più grande è finta sui binari per motivi ancora da chiarire. Forse voleva raggiungere il binario da cui credeva sarebbe partito il treno diretto a Bologna e la sorella potrebbe essere scesa dalla pensilina per cercare di trarla in salvo. A quel punto il terribile schianto. Il macchinista del treno ha visto una prima sagoma, ha suonato inutilmente, ha avviato la frenata per poi scorgere la seconda ragazza che avrebbe provato a tirar via la sorella inutilmente. Le condizioni dei corpi sono tali che non permettono autopsie o esami approfonditi.

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